«Incontro coi russi, Trump sapeva»

Ma Donald nega e festeggia il +4,1% del Pil: «Miracolo che durerà»

Dell'incontro, avvenuto il 6 giugno del 2016 alla Trump Tower di New York, in cui la giovane avvocatessa Natalia Veselnitskaya (sospettata di essere vicina ai servizi segreti russi) avrebbe offerto informazioni compromettenti su Hillary Clinton ai responsabili della campagna presidenziale di Donald Trump, l'attuale presidente degli Stati Uniti era al corrente. Era stato informato in anticipo. A dirlo è la Cnn che, citando fonti investigative, spiega che a rivelarlo sarebbe stato l'ex avvocato del miliardario Michael Cohen, che sarebbe pronto a testimoniare su questo davanti a Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sulla possibile collusione tra lo staff di Trump e Mosca.

L'inquilino della Casa Bianca ha sempre negato di essere stato messo al corrente e questa è anche la versione di suo figlio maggiore Donald Junior, che a quell'incontro era presente insieme al genero di Trump - Jared Kushner - e a Paul Manafort. Cohen però dice altro. Dice che il futuro presidente diede l'ordine di andare avanti con l'incontro, anche se in questo caso non avrebbe prove registrate in grado di documentare le sue affermazioni. «Non sapevo niente dell'incontro di mio figlio» - ha replicato Trump su Twitter - accusando il suo legale di inventare bugie per farla franca «su uno sporco affare con cui lui non ha nulla a che vedere».

Resta il fatto che la vicenda delle registrazioni clandestine di Cohen potrebbe allargarsi ulteriormente, perché secondo il Washington Post l'Fbi avrebbe sequestrato oltre 100 registrazioni durante le perquisizioni nei suoi uffici. Nei giorni scorsi era stata diffusa quella in cui si sente Trump dire a Cohen di pagare la coniglietta di Playboy Karen McDougal che sostiene di aver avuto un flirt con il tycoon. E ora altre tre donne affermano di essere state pagate da Michael Cohen per tacere sulle loro relazioni col presidente.

A dirlo, in questo caso, è l'avvocato Michael Avenatti che difende Stormy Daniels, la pornostar il cui silenzio sarebbe stato pagato 130mila dollari. Nel corso di una tavola rotonda a Los Angeles Avenatti ha detto ai giornalisti che anche queste tre donne sono sue clienti e che finora «non hanno rivelato di aver ricevuto soldi in cambio di silenzio prima delle elezioni del 2016». Ma dal «Russiagate» agli scandali sessuali in questo momento Trump è davvero sotto assedio, giudiziario e mediatico.

A lanciargli un salvagente, ieri, è stato Vladimir Putin: da Johannesburg il capo del Cremlino ha elogiato il collega americano («si sforza di rispettare le promesse fatte agli elettori») e si è detto pronto a bissare l'incontro di Helsinki recandosi a Washington oppure ad invitare il presidente Usa a Mosca.

E un'altra buona notizia arriva dall'economia americana, che nel secondo trimestre del 2018 è cresciuta del 4,1% contro il +2,2% dei primi tre mesi. Trump ha festeggiato l'impennata del Pil parlando di «miracolo destinato a ripetersi, perché gli accordi commerciali stanno arrivando uno per uno e ci porteranno molto più in alto».

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