«Crosetto fa uno scenario tutt'altro che fantasioso perché è evidente che queste informazioni, usate come clava politica, possono essere destabilizzanti».A dirlo è il deputato di Italia Viva, Ettore Rosato, segretario del Copasir.
Onorevole, siamo tutti spiati?
«Tutti no, ma che ci sia un preoccupante abuso da parte di funzionari pubblici collocati in luoghi delicatissimi mi sembra che emerga con chiarezza dalle indagini della procura di Perugia».
Sembra quasi che siano tornati i servizi deviati dello Stato
«No, ma bisogna distinguere tra la correttezza dei corpi dello Stato, delle strutture di intelligence, delle amministrazioni che non è in discussione e la presenza di figure all'interno di queste che fanno i loro interessi per i più diversi fini. Guai se mettessimo in discussione i primi a causa dei secondi, però, il problema esiste e va estirpato con grande risolutezza».
Cosa non ha funzionato?
«Da una parte i controlli non funzionano in maniera abbastanza accurata e quindi gli abusi e dall'altra c'è stata una stagione con la continua pubblicazione di notizie riservate e trafugate. Ne sono stati vittime in tanti e lo ha denunciato anche Matteo Renzi che ne fu una delle vittime eccellenti».
Si riferisce alle conversazioni What's App usate dalla procura di Firenze?
«No, alla pubblicazione del suo conto corrente. Poi giustamente lei cita un altro caso che è stato sollevato dal Senato davanti alla Corte costituzionale, dove la procura di Firenze è risultata soccombente perché aveva messo in atto delle pratiche illegittime».
Ma anche i giornalisti andrebbero puniti?
«Ci dovrebbe essere un'attività più pregnante dell'Ordine dei Giornalisti sotto questo aspetto. Attività su cui non so dare un giudizio, ma di cui non riesco ad apprezzare l'efficacia perché prima di parlare dei reati vorrei che si parlasse di deontologia sul lavoro. Poi, resta il fatto che il primo reato è quello di chi trafuga dati riservati e ne fa un uso privato e distorto».
Torniamo al dossieraggio. Quanto ha pesato nella storia della Seconda Repubblica?
«Non poco sia per quanto attiene gli atti giudiziari, distruggendo carriere di persone oneste poi assolte o addirittura non processate. Poi ci sono cose che non sappiamo, su come una parte di questi dati di natura soprattutto finanziaria che sembra siano moltissimi siano stati usati, a prescindere dalla loro pubblicazione. Potremmo scoprire cose molto spiacevoli».
Se Renzi, e Crosetto possono essere spiati, allora la sicurezza nazionale è a rischio?
«Io penso anche a tutti quegli imprenditori e quei cittadini che non hanno la forza mediatica né di Crosetto né di Renzi per reagire e a cui possono essere sottratti dati delicati e che, anziché finire sui giornali, vengono usati come arma di ricatto. La tutela costituzionale della privacy è un elemento su cui è necessario avere maggior attenzione, per la sicurezza dello Stato e per prevenire tutti gli abusi».
Secondo lei, perché né Elly Schlein né il Pd sono intervenuti?
«Silenzio paradossale. È un tema che dovrebbe stare molto a cuore anche al Partito Democratico. Non vorrei pensare male e non lo faccio, temo superficialità».
Il Terzo Polo agirà politicamente sul tema?
«Chiederemo di effettuare le verifiche nelle sedi opportune. Anche il Copasir, che istituzionalmente si occupa di questo, farà la sua parte, ma, come è noto, di quello che facciamo al Copasir non si parla».
Lo Stato ha in sé gli anticorpi per prevenire tutto questo?
«Prevenire no perché stiamo parlando di un qualcosa che è già avvenuto, ma può risolvere il problema dal momento che la magistratura sta indagando.
Dopo di che bisogna capire come mai quando da una singola postazione flussi di informazione così importanti, vengono richieste agli archivi centrali del fisco o di altre pubbliche amministrazioni non ci sia nessun sistema di controllo o di allert».
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