«Vi sparo, vi ammazzo. Cinque minuti, qui in ginocchio tutti e due». Non sono le parole di una qualche serie tv crime ma quelle pronunciate da Albino Ruberti, capo di gabinetto di Roberto Gualtieri, durante una sfuriata fuori da un ristorante. Presente anche Francesco De Angelis, ex assessore regionale e già europarlamentare del Pd. «Me te compro? A me?...», dice ancora Ruberti, che parla di un diverbio nato su un argomento calcistico. Il video è stato pubblicato da Il Foglio e nella giornata di ieri Albino Ruberti ha rassegnato le sue dimissioni e Francesco De Angelis, che davanti a tutto questo ha preferito ritirare la sua candidatura col Pd.
Ma di gatte da pelare, in questi giorni, Enrico Letta ne ha diverse. Accantonata la vicenda Ruberti, e salutato De Angelis, appare evidente che i tanti giorni spesi da Enrico Letta per formare le liste dei candidati per il 25 settembre non siano servite per fare un controllo approfondito. E così, ecco che ci si trova davanti a una serie di esponenti che negli anni hanno espresso opinioni quantomeno discutibili su Israele. Nella giornata di ieri è esploso il caso di Raffaele La Regina, candidato del Pd in Basilicata, che nel dicembre del 2020 scriveva: «In cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o al mollicato di Mauairedd? E perché proprio al mollicato?». C'è poi Laura Boldrini che, solo poche settimane fa, ha fatto letteralmente infuriare l'ambasciata di Israele in Italia, «sconvolta dall'invito fatto a terroristi e organizzazioni terroristiche a parlare di diritti umani alla Camera dei deputati». Parole che nascono dall'invito fatto da parte della commissione presieduta da Laura Boldrini a due ong palestinesi considerate «organizzazioni terroristiche» da Israele. Ma c'è anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, che nel 2018 parlava di «mattanza di palestinesi per mano del governo israeliano» in riferimento a 40 morti «nel giorno in cui gli Usa inaugurano l'ambasciata americana a Gerusalemme, ritenuta capitale di Israele». Delegittimazione di Israele che si evince anche in un post pubblicato il 13 maggio di quest'anno, quando parlava di «forze di occupazione israeliane». Poi c'è Susanna Camusso, candidata nelle liste Pd, che riferendosi a Israele parla di «Paese che calpesta ogni giorno i diritti e le vite dei palestinesi».
Ma anche le nuove leve del Pd sembrano aver imparato bene la lezione, come dimostra Rachele Scarpa, candidata under 35, che un anno fa parlava di «politica di Israele sull'occupazione degli spazi palestinesi». E a un utente scettico sulla partecipazione del Pd a una manifestazione a sostegno del governo di Israele, rispondeva di non condividere «la partecipazione del segretario». E poi ancora, pochi giorni dopo, diceva di intervenire a nome del Pd «in difesa e solidarietà del popolo palestinese» per «i bombardamenti e le violenze da parte di Israele».
Ma Israele non è l'unico tema sul quale i candidati del Pd mostrano scarsa sensibilità. Marco Sarracino, altro under 35, nel 2016 apostrofava Carlo Giovanardi e Matteo Salvini come «due imbecilli». Rosanna Filippin, nel 2014, parlava della Sacra famiglia, che a suo avviso non era «prototipo della famiglia tradizionale» per rilanciare il tema dei diritti civili, per poi appellarsi all'ironia, e rincarando la dose: «Gesù, figlio illegittimo di una coppia sposata di clandestini (occupatori abusivi di capanne, per giunta). E mi dicono che c'è gente in giro che adora il Dio Po».
Che dire, poi, dei svariati insulti a Giorgia Meloni, che Andrea Marcucci definisce «analfabeta istituzionale» e Laura Boldrini la mette a capo di «una destra reazionaria, retriva, oscurantista», mentre il candidato Giovanni Vurchio in una diretta se ne esce con un ben poco politicamente corretto: «Ma fai la casalinga per piacere». Che dire, complimenti alla squadra scelta da Enrico Letta.
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