Gli inglesi e il dilemma dell'estate. La speranza dei ponti aerei

Ma la quarantena frena l'aumento dei voli

Gli inglesi e il dilemma dell'estate. La speranza dei ponti aerei

Londra Un'estate al mare? Sì, no, forse più tardi, non dappertutto. Appare sempre più ondivaga la posizione del governo di Boris Johnson su un'eventuale quarantena da imporre a chi arriva nel Paese. Al momento non vi è nulla di ufficiale. Nelle ultime due settimane però, sui giornali sono apparse indiscrezioni che andavano dalla quarantena obbligatoria per tutti a un accordo bilaterale con la Francia con esenzioni mirate poi smentito, fino alla possibilità di ponti aerei per chi proviene da Paesi con basso tasso di contagio. Quest'ultima possibilità, ventilata dal ministro ai Trasporti Grant Shapps, ha ridato speranza ai settori dell'aviazione e del turismo, anche se bisognerà aspettare per vedere che cosa accadrà nei prossimi due mesi. Anche perché, a dispetto della valanga di proteste giunte da ogni parte, l'esecutivo ha promesso di imporre una quarantena fiduciaria a chi arriva nel Paese - compresi i cittadini britannici che vi fanno rientro - a partire dai primi giorni di giugno. Esenti soltanto camionisti, viaggiatori per affari, scienziati e medici. Un provvedimento che andrebbe in direzione contraria a quelli presi da tutti gli altri Stati europei.

Il condizionale però è d'obbligo dato che ancora non si sa nulla di preciso, mentre continuano ad aumentare i dubbi, anche all'interno dello stesso governo, sulla necessità e sull'efficacia di queste misure. «Di certo non si tratta di una mossa decisa su basi scientifiche - ha confidato al quotidiano The Guardian una fonte vicina all'esecutivo - è tutta una questione politica». Downing Street ha spiegato che nel momento in cui il traffico aereo diverrà più intenso è importante aumentare i controlli. In realtà la maggior parte delle compagnie aeree hanno già deciso di non incrementare i voli, nel caso le misure sulla quarantena venissero confermate. British Airways e Virgin Atlantic preferiscono lasciare a terra i propri mezzi piuttosto di rischiare di volare mezzi vuoti. E il presidente di Ryanair Michael O'Leary ha definito la strategia governativa «demenziale» affermando che comunque non potrebbe venir messa in pratica perché la gente si rifiuterebbe di seguire le regole. «Due settimane di quarantena non sono credibili, ad ogni modo credo che verranno eliminate alla fine di giugno» ha detto O'Leary alla Bbc. Il boss della compagnia irlandese potrebbe aver ragione, anche perché la levata di scudi delle compagnie aeree ha sicuramente indotto il governo a considerare l'ipotesi di una serie di misure meno generiche e più mirate, che sostituirebbero la quarantena dopo poche settimane dalla sua entrata in vigore.

Si fa quindi concreta

la speranza che in luglio, forse anche prima, tutti coloro che risiedono in Paesi con un livello di contagio basso, possano essere in grado di andare e venire dal Regno Unito senza doversi rinchiudere nuovamente in casa.

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