Intanto Bruxelles litiga ancora. Tajani: 6 miliardi ai Paesi africani

E l'Italia resta fuori persino dalla difesa comune dell'Ue

Intanto Bruxelles litiga ancora. Tajani: 6 miliardi ai Paesi africani

Il giorno dopo il pre-vertice europeo di Bruxelles dedicato alla crisi migratoria, i Paesi dell'Ue continuano a litigare sulla collocazione degli hotspot, i centri di accoglienza dove deve avvenire la selezione tra rifugiati (che hanno diritto di asilo) e «migranti economici». Rimane aperta la discussione tra la proposta franco-spagnola (centri europei su suolo Ue) e quella italiana (centri in Nord Africa), e se ne tratterà giovedì e venerdì in Consiglio Europeo a Bruxelles. Intanto è stata ufficialmente respinta l'idea, avanzata da Austria e Danimarca, di allestire in Paesi europei non-Ue campi destinati ai migranti già respinti dall'Ue.

In attesa del Consiglio Europeo, dove l'obiettivo inevitabile è quello di conseguire accordi senza l'unanimità, una nuova bozza Ue parla di Unione «al fianco dell'Italia e degli altri Paesi in prima linea», e assicura che il Consiglio Europeo «sostiene lo sviluppo del concetto di piattaforme di sbarco regionali». Anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani è intervenuto suggerendo l'adozione di un «metodo turco» per la chiusura della rotta mediterranea dei migranti. «L'Ue deve investire almeno sei miliardi di euro - ha detto al quotidiano tedesco Die Welt - seguendo l'esempio dell'accordo con la Turchia», che ha arginato l'enorme falla della «rotta balcanica» ai confini con la Grecia e la Bulgaria. Una cifra «assolutamente realistica se abbiamo partner affidabili», dice il commissario europeo al Bilancio Guenther Oettinger.

In questi giorni l'Europa discute anche di difesa comune.

Un'intesa è stata trovata tra nove Paesi (Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Olanda, Belgio, Danimarca, Portogallo ed Estonia) su una «iniziativa europea d'intervento». L'Italia inizialmente era parte del gruppo ma il nuovo governo «non ha preso una decisione definitiva».

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