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Integratori e trattative. Cospito si dissocia, ma in piazza pure ex Br

Dopo l'assist del pg di Cassazione torna a nutrirsi. Allarme infiltrazioni fra i violenti

Integratori e trattative. Cospito si dissocia, ma in piazza pure ex Br

È il primo passo indietro dopo centodiciassette giorni di sciopero della fame, il primo segnale concreto che Alfredo Cospito, come spiega il suo avvocato, «non vuole suicidarsi». A poche ore dalla inattesa apertura nei suoi confronti da parte della Procura generale della Cassazione, che ha proposto la revoca del decreto che lo ha rinchiuso al 41 bis, il detenuto anarchico ha ripreso ad assumere integratori e vitamine, in particolare potassio, che aveva cancellato dalla sua dieta dal 31 gennaio scorso. Con un testamento biologico Cospito aveva anche proibito ai medici che gli venissero somministrati integratori anche in caso di perdita di conoscenza. Invece ieri l'anarchico si concede persino uno yogurt al miele.

La spiegazione ufficiale è che Cospito intende arrivare lucido all'udienza in Cassazione prevista per il 24 febbraio in cui verrà data risposta alla sua istanza di revoca del carcere duro. È l'istanza cui, a sorpresa, il procuratore generale Pietro Gaeta ha comunicato venerdì scorso il suo parere favorevole. Anche se in realtà all'udienza in Cassazione l'anarchico non sarà fisicamente presente, il ripensamento sugli integratori alimentari è la conferma che Cospito intende cogliere la chance fornitagli dalla richiesta della pubblica accusa grazie alla quale per la prima volta, nel suo braccio di ferro con lo Stato, l'estremista vede riconoscere la sua non-pericolosità.

Certo, il parere della procura generale può essere smentito dai giudici della Cassazione, e a quel punto le vie d'uscita per Cospito sarebbero azzerate: respinto dal ministro, respinto dai giudici, nessuna luce residua in fondo al tunnel. Così i dieci giorni che mancano all'udienza romana diventano cruciali.

Nella decisione di Cospito, che da venerdì è stato trasferito nel reparto di massima sicurezza dell'ospedale San Paolo, ha sicuramente pesato anche il confronto con i medici, che gli hanno spiegato le conseguenze irreparabili che la mancanza di potassio può avere sul suo organismo. «È molto provato - racconta d'altronde l'avvocato Caterina Calia che l'ha visitato ieri - è magrissimo e molto pallido». Ma non è escluso che nel suo gesto di apertura alla «trattativa» pesi anche la necessità di staccarsi, per quanto possibile, dalle violenze crescenti commesse in suo nome dall'ala dura protagonista degli scontri di Milano e degli attentati compiuti in Italia e all'estero.

Nel parere inviato al ministro Carlo Nordio, e che ha portato il Guardasigilli a confermare il carcere duro all'anarchico, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo ha fornito un quadro allarmante della composizione del fronte di lotta a favore di Cospito. La Dna pur parlando di «indubbia carica di pericolosità sociale del detenuto», non accusa l'anarchico di essere l'ispiratore delle violenze all'esterno, ma lancia l'allarme sull'escalation compiuta in suo nome: il caso Cospito «ha generato un incontenibile, diffuso e variegato movimento di contestazione, che ha prodotto l'ulteriore nefasta conseguenza di aver fatto convergere nello stesso campo di lotta gruppi e individualità anarchico-insurrezionaliste ed esponenti di estrazione marxista leninista, con precedenti specifici di militanza brigatista ed esperienze di lotta armata», scrive il procuratore nazionale Giovanni Melillo nella relazione resa nota ieri dall'agenzia Agi.

Vecchi br e protagonisti degli anni di piombo a scatenare violenze in suo nome: non è certo di questo che ha bisogno Cospito se vuole continuare a sperare in un futuro diverso da una cella del 41 bis.

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