Milano - Più di 158mila. Tanti sono i migranti sbarcati in Italia nei primi dieci mesi dell'anno: 158.205 per essere precisi, come una città di medie dimensioni. Poco meno di Livorno e Perugia per intendersi, poco più di Cagliari. Il dato risulta dal report statistico del ministero dell'Interno, aggiornato al 27 ottobre. E proiettato sull'intero anno delinea un probabile record, almeno per l'ultimo triennio. Confrontando i dati odierni con lo stesso periodo del 2014 e 2015, infatti, risulta che l'aumento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso è del 13%. Quando mancano ancora due mesi alla fine dell'anno è già stato superato il numero totale di sbarchi del 2015 (erano stati 153.842 da gennaio a dicembre). Ma anche rispetto al 2014 gli sbarchi sono aumentati: al 27 ottobre 2014 erano 152.300 e alla fine dell'anno arrivarono a 170.100. «Potremmo superare a fine anno il dato del 2014» ha confermato ieri il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, parlando alla Camera nel corso della seconda giornata del Seminario del Gruppo speciale sul Mediterraneo e il Medio Oriente dell'Assemblea parlamentare della Nato. Rispetto al consueto incremento degli sbarchi di migranti sulle coste italiane nei periodi estivi e al successivo decremento in quelli autunnali ed invernali negli ultimi giorni c'è «un'inversione di tendenza» ha spiegato. Un autunno mite favorisce gli sbarchi. Impressionanti le cifre del Viminale. I minori stranieri non accompagnati, per esempio, risultano 19.429 (da 13 e 12mila degli anni scorsi). Quanto alla nazionalità dichiarate al momento dello sbarco, uno su cinque è nigeriano, uno su otto eritreo, fra il 6 e il 7% si dichiarano ivoriani, sudanesi o arrivano dalla Guinea o dal Gambia. Il resto proviene da Mali, Senegal, Somalia e Bangladesh. Parlando delle identificazioni, il capo della polizia ha spiegato che tramite hot spot fissi e mobili «si rasenta il 100%». Fra le priorità, la lotta agli scafisti. I cittadini egiziani continuano a essere i soggetti che alimentano la categoria degli scafisti - ha spiegato Gabrielli - mentre per le persone che alimentano il traffico di esseri umani «c'è un incremento di cittadini senegalesi e gambiani». I porti del Meridione sono ovviamente presi d'assalto. Augusta, Palermo, Messina, Lampedusa ai primi posti. Se dagli sbarchi passiamo all'accoglienza, i numeri aumentano. Oggi siamo a quota 171.738, con una distribuzione territoriale che vede la Lombardia impegnata ad accogliere 22.333 persone, il 13% del totale, prima di un gruppo di regioni con l'8-9% (Sicilia, Piemonte, Veneto, Campania e Lazio) un terzetto al 7% (Toscana, Emilia-Romagna e Puglia) e altre meno coinvolte. «Dati agghiaccianti» li ha definiti l'assessore all'Immigrazione della Regione Lombardia, la leghista Simona Bordonali, commentando gli esiti delle richieste d'asilo esaminate dalle commissioni prefettizie lombarde, da cui risulta peraltro che circa due richiedenti su tre non ottengano alcun tipo di tutela alla fine, mentre un certo numero di persone si rende irreperibile (in Lombardia i «fantasmi» sono 329). Da sottolineare che, per la Regione, coloro che hanno presentato domande d'asilo sono solo 87mila: metà degli arrivati. Colpisce poi che la gran parte di questi immigrati siano presenti nelle strutture «temporanee», ben 133mila, e che siano meno di 40mila quelli ospitati in centri di prima accoglienza, hot spot altro. E infine il contributo dell'Europa.
A giudicare da questi dati è insignificante i «ricollocati» nei Paesi dell'Ue sono 1.318, mentre 1.500 circa sarebbero in attesa e 2.459 «in lavorazione», per un numero di persone totale coinvolte nel programma che non arriva a 5.500.
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