Politica

Le invasioni di campo di Fazio (con il canone Rai)

Propaganda e ospiti a senso unico nel suo salotto tv. Anzaldi: "Ha violato la par condicio"

Le invasioni di campo di Fazio (con il canone Rai)

Ci sarebbe un richiamo formale dell'Agcom alla Rai per il monologo della Littizzetto contro i referendum sulla giustizia a «Che tempo che fa». La notizia emerge da uno scambio social tra il deputato renziano della Vigilanza, Michele Anzaldi, e il consigliere dell'Agcom Massimiliano Capitanio, ex deputato leghista. L'intervento dell'authority non sarebbe affatto strano, visto che la Rai è tenuta a rispettare la par condicio e il comizio della spalla comica di Fazio che ha irriso i quesiti referendari sulla giustizia a dieci giorni dal voto, invitando la gente ad andare al mare, rappresenta una palese violazione delle regole. «Che aspetta la Rai a proporre uno spazio di doveroso riequilibrio?» domanda infatti Anzaldi. Il leghista Roberto Calderoli, invece, si accontenta che almeno nella tv di Stato si sia parlato dei referendum, anche se «sbeffeggiandoli», annunciando di aver scritto una lettera al capo dello Stato, come garante della Costituzione, contro il silenzio sulla consultazione. I leghisti della Vigilanza Rai invece hanno presentato una interrogazione per chiedere conto a viale Mazzini di quanto andato in onda, senza contraddittorio, nel salotto di Fazio. Un'entrata a gamba tesa in piena regola (e strapagata con il canone in bolletta), ma la regola del programma di RaiTre è questa da anni e sempre a senso unico. La Lega (promotrice insieme ai Radicali dei referendum per riformare la giustizia) è bersaglio preferiti di Fazio&Littizzetto, ma si può dire altrettanto di Berlusconi. Non è certo la prima volta che si invoca un intervento dell'Agcom o dei vertici Rai per riequilibrare le presenze e gli ospiti da Fazio, sempre tendenti a sinistra. Nel 2016 fu a proposito di un altro referendum, quello costituzionale voluto dall'allora premier Renzi, ospitato appunto da Fazio proprio pochi giorni dal voto, scatenando le ire del fronte del No (poi vincente). Ma si ricorda anche la sparata di Saviano, sempre da Fazio, contro la Lega sulla 'ndrangheta che «cerca il potere della politica e al Nord interloquisce con la Lega». L'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni chiese il diritto di replica e Fazio fu costretto a invitarlo. Prima ancora, nel 2010, nel pieno dello scontro tra Fini e Berlusconi, Fazio pensò bene di invitare due leader politici per raccontare, rispettivamente, i valori della sinistra e quelli della destra. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, nel primo caso, e Gianfranco Fini, leader di Fli, nel secondo. Scatenando le ire del centrodestra non finiano (cioè Pdl e Lega), gli unici esclusi dal salotto faziesco (o fazioso), visto che Vendola era stato la guest star della prima puntata. Più di recente il conduttore si è attirato le critiche del centrodestra per altre ospitate con chiara finalità politica. Come quella della comandante della nave ong «Sea Watch», Carola Rackete, la nemica di Salvini. O di Mimmo Lucano, il sindaco della solidarietà agli immigrati, malgrado fosse già indagato nel processo da cui è uscito condannato per associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abusi d'ufficio. Invasione di campo a mezzo televisivo anche la propaganda di Fazio per la legge Zan, mentre la Littizzetto ha affondato i colpi (ad alto tasso di volgarità) anche contro la Meloni, tirando in mezzo persino la figlia («Ha annunciato di aspettare un meloncino. Fa ridere che l'abbia detto al Family Day e cioè nella piazza della famiglia tradizionale perché lei non è sposata...

»).

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