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Rosi Mauro: "Io assolta. E la pulizia nella Lega non c'è stata"

La serata delle scope non è servita. Sono stata giustiziata per far fuori Bossi, ma molti restano al loro posto

Rosi Mauro: "Io assolta. E la pulizia nella Lega non c'è stata"

Milano - «Me la ricordo la serata delle scope, eccome. Ecco, a Roberto Maroni direi che quello spettacolo non è servito a nulla. Io non ci sono più, ma molti di quelli che dovevano essere “spazzati” via sono ancora al loro posto». Per una che è stata dipinta come la «strega nera» del Carroccio, la reazione è assai misurata. Ma lei, Rosi Mauro, ora è semplicemente «contenta». «Contenta di una cosa che in cuor mio già sapevo». Ovvero, che con l'uso spregiudicato dei fondi della Lega non aveva nulla a che fare. Per questo, ieri, l'ex vicepresidente del Senato è stata prosciolta dal gip di Milano. E dopo essere stata silurata dal partito senza processo e prima del processo, dopo essersi presa gli insulti dai colleghi lumbard e da una parte della platea leghista - «terrona» era il meno, qualcuno gridava «Rosi p..., l'hai fatto per la grana» - ora può voltare pagina.

Rosi Mauro, due anni fa venne «giustiziata» dal triumvirato Maroni-Calderoli-Dal Lago.

«Mettiamola così: mi sono fatta cacciare. Mi dissero di fare un passo indietro e io mi rifiutai. Chiesi a Maroni: “Perché dovrei farlo se non ho commesso alcun reato?”».

E cosa le venne risposto?

«Che era una questione di opportunità politica».

Ne fu convinta?

«Ma figuriamoci!».

E allora qual è la verità?

«La verità deve ancora venire fuori, ma è chiaro che fu un complotto. Colpirono me per affossare qualcun altro».

La butto lì: Umberto Bossi.

«Certo! È stato un complotto per fare fuori Bossi».

Ordito da chi?

«I responsabili sono sotto gli occhi di tutti. Quello che mi consola è che la nostra gente l'ha capito».

Ne è sicura?

«Tutte le persone del movimento che ho incontrato in quel periodo me lo dicevano: “Rosi, non mollare e vai avanti”».

A due anni di distanza, pensa a qualche rivalsa nei confronti del partito o delle persone che l'hanno affondata?

«Qualche querela è già partita, vedremo come andrà a finire. Altre potrebbero partire. Ma non c'è fretta, di pazienza ne ho molta».

Facile immaginare che ce ne sia voluta parecchia in questi due anni.

«Da quando è scoppiato il caso ne ho viste di cotte e di crude. Quello che mi ha fatto più male sono le cose che sono state scritte su di me. Sono finita in prima pagina, leggevo notizie incredibili che sapevo essere false. La verità è che io sono entrata nella Lega nel 1987, e non ho mai tentato di fare le scarpe a nessuno».

Oggi (ieri, ndr ) il giudice di Milano l'ha assolta dall'accusa di essersi intascata quasi 100mila euro del partito. Qualcuno da via Bellerio l'ha chiamata?

«Nessuno della “nomenklatura” si è fatto vivo. Ma non mi aspettavo diversamente, anche perché è da due anni che con queste persone ho interrotto i rapporti. Invece, con molte delle “seconde linee” continuiamo a sentirci. E ovviamente oggi mi hanno chiamata».

A distanza di due anni, cosa direbbe a Roberto Maroni?

«Che la famosa serata delle scope non è servita a nulla. Che quelle scope hanno funzionato male, perché la pulizia vera non c'è stata».

E al segretario Matteo Salvini? Anche lui, con toni più morbidi, chiese la sua testa.

«Con Matteo ho condiviso un lungo percorso nella Lega. Penso che anche lui, come altri, in quel momento sia stato travolto dalla furia dell'attacco mediatico contro di me».

Ora che questa vicenda si è chiusa, cosa farà?

«Ancora non lo so.

Ma di sicuro, questo sarà un bel Natale».

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