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"Io, sardina, voglio il referendum su due giorni"

L'attivista: "Voterò i quesiti, con Berlusconi la sinistra ha smarrito il proprio garantismo"

"Io, sardina, voglio il referendum su due giorni"

«Un tema così importante come i referendum sulla giustizia non può essere legato solo al mero risparmio economico». A dirlo è Jasmine Cristallo, attivista politica di sinistra che è stata tra le fondatrici del movimento delle Sardine.

Lei andrà a votare? E come quali quesiti sosterrà?

«Premesso che, stavolta, parlo a titolo personale, confermo che andrò a votare. L'Italia necessita di una riforma organica della giustizia. Finora si è intervenuto ricorrendo spesso a decreti legge, che hanno finito con il fronteggiare, in modo permanente, situazioni di carattere eccezionale. Nutro delle riserve solo sul referendum che riguarda la legge Severino e quello sulla separazione delle carriere».

Perché?

«Una riforma seria dovrebbe affermare il principio costituzionale dell'autonomia e indipendenza del giudice e dovrebbe garantire anche la posizione di piena parità tra le parti del processo. Bisogna impedire che ci siano interferenze tra la funzione requirente e quella giudicante. Ciò, però, non significa essere diffidenti verso i singoli magistrati che vogliono cambiare la propria funzione. Allontanando il pm dall'idea di magistrato, garante della legge e dei valori costituzionali, si rischierebbe di avvicinarlo di più alla figura di un superpoliziotto».

Ma non crede che quando c'è una reale volontà di votare, il cittadino si reca alle urne a prescindere dai giorni a disposizione?

«Credo che servano due giorni per consentire una più ampia partecipazione al voto. La giustizia è tema importante e parlare di risparmio è un'ipocrisia».

Perché è così importante che si raggiunga il quorum?

«Il non raggiungimento del quorum testimonierebbe una dolosa disaffezione da parte dei cittadini a temi fondamentali che riguardano i diritti costituzionalmente garantiti. Penso all'affermazione del principio di presunzione di innocenza fino alla definitività del processo sancito all'art 27 della Costituzione e costantemente ignorato. Una limitazione della carcerazione preventiva lo tutelerebbe».

Perché la sinistra non è garantista?

«Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto Silvio Berlusconi hanno portato la sinistra ad arretrare su alcuni temi che culturalmente gli appartenevano. Penso alla figura di Terracini, padre costituente che si batté sempre per il garantismo e contro gli abusi della magistratura».

Il Pd sbaglia a inseguire il M5S manettaro?

«Credo che certe degenerazioni della civiltà giuridica sono figlie del populismo politico. Ho notato che i Cinquestelle hanno un po' mitigato certe loro posizioni. Lo stato di diritto non può inseguire un'involuzione culturale. Il garantismo è l'espressione più compiuta della tutela dei diritti ed è scolpita nel dettato costituzionale. È importante tornare ad occuparsene anche a sinistra».

Non la disturba, quindi, votare come Salvini?

«Il referendum non è lo strumento attraverso il quale marcare le differenti posizioni ideologiche e politiche. Le battaglie si fanno tutte nel merito anche se sul campo si può incontrare soggetti con i quali ci si scontra, poi, sul piano politico.

Il problema è di chi non ha rimosso e non rimuove gli ostacoli che costringono a ricorrere ai referendum e mette i vari soggetti a dover attivare lo strumento referendario per avanzare battaglie di civiltà».

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