Politica

iPhone 11, una macchina fotografica

Tre modelli, tre sensori (nella versione Pro): impossibile sbagliare scatti

Marco Lombardo

È sicuramente «l'iPhone migliore che sia mai stato prodotto», come ci tiene a dire ogni volta Tim Cook. Ma è stato anche quello che ha richiesta l'attesa più estenuante, visto che il keynote di presentazione -. che ha tempi di Steve Jobs arrivava a stento al'ora - si è protratto per ben 102 minuti con un viavai di gente Apple sul palco. Ma tant'è, c'era qualcosa da dire. Soprattutto sulle fotocamere, che l'iPhone 11 porta a livello professionale nel famigerato «quadrotto» visto in anticipo in questi mesi sul web e che fa storcere il naso ai puristi del design (e chissà che ne pensa il papà del Melafonino Jony Ive, uscito recentemente dall'azienda). In ogni caso quello è il pezzo forte di uno smartphone che Cupertino riordina in tre versioni: 11, 11 Pro e 11 Pro Max. Cioè gli eredi di XR, XS e XS Max. Con schermi da 6.1 per il primo e da 5.8 e 6.5 Oled per gli altri due.

E dunque: nella versione 11 i grandi sensori posteriori sono due da 12 megapixel, ovvero uno wide e uno ultrawide che garantiscono scatti e video con un grandangolo infinito. Nei Pro si aggiunge una fotocamera telefoto, e l'effetto che fa in effetti è davvero di avere per le mani una macchina che fa diventare fotografi non più dilettanti. Insomma ci si può sbizzarrire in scatti e video 4K mai visti, e tra le varie cose Apple garantisce che questa volta gli iPhone con ci lasceranno senza benzina: la batteria dovrebbe infatti durare comodamente una giornata. Il tempo dirà (venerdì partono i preordini, il 20 settembre gli acquisti), di sicuro però piacciono i colori (ci sono anche un bel verde e un purple), la superdefinizione del display, la possibilità di allargare i selfie mettendo il dispositivo in orizzontale. Il peggio della serata invece l'orribile «slofie» con cui è stato chiamato il selfie in slow motion.

Il resto poi è stato un iPad rinnovato, un nuovo Apple Watch con lo schermo always on e tanto bla bla sui nuovi servizi Tv+ e Arcade (ovvero gaming) e tutto quando fa il mondo delle app. Il vero core business ormai di Apple. Tanto che alla fine la tanto attesa «one more thing» - la sorpresa finale - non è arrivata.

Ma probabilmente a quel punto erano tutti stremati.

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