Ipotesi Regionali a metà settembre. Ma l'esecutivo si spacca subito

Il governo litiga sulla data del voto: 6 o 13 settembre per l'election day (regionali, comunali e referendum). Ma non c'è accordo nella maggioranza.

Ipotesi Regionali a metà settembre. Ma l'esecutivo si spacca subito

Il governo litiga sulla data del voto: 6 o 13 settembre per l'election day (regionali, comunali e referendum). Ma non c'è accordo nella maggioranza. Ieri la parlamentare grillina, Anna Bilotti, relatrice al decreto sul rinvio in autunno delle elezioni, ha presentato un emendamento in commissione Affari costituzionali per anticipare la data della consultazione elettorale già a inizio settembre: 6 o 13 sono le due date cerchiate in rosso dal governo. Linea confermata dall'intervento in commissione del sottosegretario all'Interno Achille Variati. L'emendamento Bilotti prevede l'election day (13-14 settembre) per comunali, regionali, referendum costituzionali e per le suppletive di Camera e Senato e il voto nelle giornate di domenica dalle 7 alle 23 e di lunedì dalle 7 alle 15. Lo scrutinio delle suppletive, del referendum e delle Regionali avverrebbe nel pomeriggio del lunedì, e quello delle comunali a partire dalle 9 del martedì. Ma non c'è intesa. Le opposizioni accusano il governo del colpo di mano. Ma dubbi arrivano anche da Pd e Leu. La data del 13 settembre imporrebbe ai partiti di presentare liste e candidature entro il 12 agosto. Aprendo una campagna elettorale sotto l'ombrellone. L'anticipazione della data sarebbe stata suggerita dal Comitato tecnico scientifico che avrebbe fatto osservare al governo che il coronavirus sembrerebbe essere meno contagioso con le temperature più calde che ancora si registrano a settembre. Il premier Giuseppe Conte frena: «Si sta lavorando a questa possibilità, ma non è il governo che decide, va concordata anche con le Regioni e ritengo con il più ampio numero delle forze parlamentari. Deve essere una soluzione condivisa».

Forza Italia insorge: «Un colpo di mano della maggioranza nel tentativo di favorire alcuni governatori in bilico», commenta Francesco Paolo Sisto, capogruppo Fi in commissione Affari Costituzionali. Mentre Giovanni Donzelli, parlamentare di Fratelli d'Italia, spinge per fine settembre: «La prima data utile seria è il 27 settembre per permettere a tutti di svolgere la raccolta firme e la campagna elettorale. Al momento sono ancora vietate le riunioni di Partito sui territori, come si può pensare di anticipare il voto? Tutta questa voglia di votare in fretta di 5stelle e Pd ci stupisce. Se hanno scoperto la voglia di elezioni votiamo anche per rinnovare il Parlamento e ci va bene qualsiasi data».

Ma dubbi nascono anche tra le fila della maggioranza: Leu chiede di votare nella prima settimana di ottobre. Ci sarà tempo fino a martedì prossimo, quando tornerà a riunirsi la commissione Affari costituzionali della Camera, per tentare una intesa e sminare il terreno da possibili contrapposizioni, soprattutto con le Regioni.

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