Che l'Onu, e ancor più il suo Consiglio per i Diritti umani (Unhrc) condanni Israele è talmente ovvio: è come la notizia del cane che morde un uomo. La «fissazione», come ha detto Netanyahu, è evidente dalle percentuali abnormi: fra il 2006 e il 2013 è stata condannata 45 volte, lo stesso numero di tutti gli altri 192 membri stati tutti insieme. Ma stavolta l'Onu ha cercato di fare il furbo e di offrire in pasto all'opinione pubblica anche l'uomo che morde un cane: la notizia infatti è che (ambedue secondo l'Unhrc) Israele e Hamas, l'organizzazione terroristica padrone di Gaza, «possono aver commesso crimini di guerra» durante il conflitto dell'estate scorsa: questa è la conclusione cui giunge un rapporto di 50 pagine che mette sullo stesso piano un Paese democratico con un esercito dal codice morale inflessibile, e un'organizzazione terrorista che usa le cinture esplosive e uccide i «collaborazionisti» per strada col colpo alla nuca, e che prevede lo sterminio degli ebrei nella sua Carta. Il Consiglio per i Diritti Umani, anche quando si chiamava Commissione, ha sempre preferito i peccati eventuali di Israele a qualsiasi altra violazione, tanto che non gliene importa quasi niente di quello che accade in Siria, in Arabia Saudita, in Cina... Stavolta ci risiamo, anche se nella relazione si nota un pò di cautela, dopo che il precedente relatore William Shabas è stato estromesso a causa di un suo rapporto, anche economico, con i palestinesi, e dopo che il precedente rapporto Goldstone del 2009 sull'operazione Cast Lead è stato smentito da Goldstone stesso: dopo aver bistrattato Israele scrisse sul Washington Post che non aveva avuto le fonti giuste. Oggi si condanna il fatto che Israele abbia colpito strutture civili, secondo il rapporto, ingiustificatamente: si chiede a Israele come mai abbia deciso di colpire quegli edifici e si disprezzano i suoi allarmi preventivi alla popolazione, perchè, doce il rapporto, non consentivano abbastanza tempo per l'evacuazione. Nel rapporto si parla di 742 perdite di civili e si accusa Israele di «non avere rivisto la tecnica degli attacchi aerei dopo averne constatato gli effetti sui civili». Cosa avrebbe dovuto fare lo Stato Ebraico per fermare i missili che seguitavano a cadere sugli israliani non si dice. Hamas invece ha, dice il rapporto, «indiscriminatamente preso di mira civili israeliani» e causato «grande scompiglio» a chi cercava di raggiungere i rifugi in pochi secondi. Davvero poca roba in confrono all'intenzione genocida di Hamas.
Mai si vide analisi più sconclusionata e incurante delle leggi che in certo senso obbligano un Paese a difendere la propria popolazione civile. Non a caso Hamas si è dichiarata soddisfatta del rapporto. Chi è più obnubilato di chi si permette di ignorare oggi che la guerra asimmetrica che conducono le guerriglie islamiste come Hamas, fa un uso di civili talmente largo e cinico da rendere impossibile distinguere le strutture civili da quelle che costituiscono legamente un obiettivo di guerra? A tutti era ben noto che il maggiore ospedale di Gaza era usato come sede dello stato maggiore di Hamas (e tuttavia è stato risparmiato), che nelle scuole dell'Unrwa Hamas teneva armi e uomini, e che ogni casa, ogni strada, erano usati per nascondere rampe di lancio o imboccature dei tunnel per gli attacchi terroristi. La guerra contro Hamas è stata una guerra che Israele ha cercato di evitare in tutti i modi; che ha prevenuto un massacro di israeliani tramite i tunnel, un progetto miliardario finanziato dal Qtar e dall'Iran; e se Israele ha potuto utilizzare Iron Dome per proteggere la sua gente da una pioggia di missili che cercavano donne e bambini, forse è dispiaciuto a qualcuno. Distinguere i morti civili da quelli militari in una guerra in cui la maggior parte dei combattenti non indossa una divisa, e costringe i più a diventare scudi umani è infine una pretesa che si è già dimostrata irrealistica nelle indagini precendete.
Ma al Consiglio per i diritti umani interessava affiancare Israele a Hamas in un giudizio che soddisfi chi non distingue fra democrazia e dittatura, fra difesa e aggressione, chi sbaglia i terroristi per combattenti della libertà. E sono tanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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