Israele, il raid in chiesa e il dubbio di Parolin: "Non si parli di errori". Il Colle: "Basta stragi"

Il segretario di Stato Vaticano: "Ci dicano cosa è effettivamente successo". Monito di Mattarella

Israele, il raid in chiesa e il dubbio di Parolin: "Non si parli di errori". Il Colle: "Basta stragi"
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Neppure Pietro Parolin, con la sua cristianissima carità, crede che davvero possa essere stato un errore l'attacco di giovedì alla chiesa della Sacra Famiglia che ha portato alla morte di tre persone e al ferimento, tra gli altri, anche di don Gabriel Romanelli, l'uomo che a un certo punto quasi quotidianamente parlava al telefono con papa Francesco. "Per quanto riguarda questo episodio, è uno sviluppo drammatico, diamo tempo, quello che è necessario, perché ci dicano che cosa è effettivamente successo, se è stato veramente un errore, cosa di cui si può legittimamente dubitare, o se c'è stata una volontà di colpire una chiesa cristiana sapendo quanto i cristiani sono un elemento di moderazione nel Medio Oriente". Queste le parole del segretario di stato vaticano in un'intervista al Tg2.

Parolin è amareggiato, addolorato, tradito. Parla di "guerra senza limiti", di "limiti superati" e di "uno sviluppo drammatico". Certo, c'è stata la telefonata di venerdì tra il Papa e il premier Benjamin Netanyahu, una chiacchierata "opportuna - fa presente Parolin - non si poteva non spiegare al Papa, non informare direttamente il Papa di quanto è successo, che è di una gravità assoluta. Quindi trovo la telefonata positiva, trovo la volontà del primo ministro israeliano di parlare direttamente con Papa Leone positiva". Certo non basta. Parolin si attende che venga davvero fatta quell'inchiesta promessa da Netanyahu, "perché la prima interpretazione che è stata data è quella di un errore, però è stato assicurato che ci sarebbe stata una indagine al riguardo: quindi che veramente si faccia questa indagine con tutta serietà e che si conoscano, si portino a conoscenza i risultati".

Il sospetto di Parolin che emerge dalle sue parole, dopo aver definito quella di Gaza "una situazione davvero insostenibile, come si può distruggere e affamare una popolazione come quella di Gaza?", e dopo aver invocato il ritorno al "famoso concetto di proporzionalità" tra azione e reazione, è che con il missile di giovedì sulla chiesa di don Romanelli si sia voluto colpire una forza di ragionevolezza e di compassione che si pone come mediatrice in Medio Oriente. "Ci sarebbe ancora una volta una volontà di far fuori qualsiasi elemento che possa aiutare ad arrivare a una tregua perlomeno e poi a una pace", avverte Parolin, che poi non si arrende: "Noi restiamo aperti, anzi ci proponiamo, è stato già fatto in varie occasioni. Aldilà di questo, veramente io vedo difficile fare ulteriori passi, anche perché se usa la parola mediazione in termine tecnico, la mediazione vige soltanto nel momento in cui le due parti l'accettano: ci deve essere disponibilità da parte di ciascuno dei due contendenti, delle due parti in conflitto, dei due Paesi o delle due popolazioni in conflitto ad accettare questa mediazione della Santa Sede. Noi continueremo a insistere come abbiamo sempre fatto senza perdere la speranza, però tecnicamente è molto difficile".

All'attacco di giovedì alla chiesa della Sacra Famiglia fa riferimento anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri, alla cerimonia per i 1.100 anni della campana di Rovereto, ha lamentato il fatto che "si assiste al massacro di giovani intenti a festeggiare. Non ci si limita più neppure al pur triste compito di colpire soldati contrapposti ma si spara e si uccide sui loghi di preghiera, sui luoghi in cui si distribuisce acqua a chi ha sete e pane a chi ha fame, si colpiscono soccorritori che prestano aiuto ai feriti".

Del resto per il capo dello Stato "in pieno contrasto con le aspirazioni, i desideri e le attese dell'umanità in ogni parte del mondo e nazionalità riemergono ombre che si pensava non dovessero avere più spazio e la presenza di chi ritiene di poter condurre guerre di annessione territoriale che pensavamo appartenessero a momenti oscuri del passato o chi pensa di ripristinare il dominio del più forte sui più deboli o di poter bombardare civili nelle loro abitazioni".

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