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"Israele Stato genocida". E Fiano fa marcia indietro sul presidente del Cile

L'onorevole Emanuele Fiano ora cambia idea sul presidente cileno Boric che ha una posizione inaccettabile su Israele

"Israele Stato genocida". E Fiano fa marcia indietro sul presidente del Cile

L'entusiasmo per la vittoria del nuovo campione della sinistra internazionale Gabriel Boric è durato poco. Dalle parti del Partito Democratico sono stati costretti a prendere atto di una posizione scomoda, per così dire, del nuovo presidente del Cile. Un dettaglio che non può che scandalizzare, perché Boric, all'interno di un'intervista, ha definito Israele come uno "Stato genocida ed assassino".

Tra i primi ad accorgersene anche l'onorevole Dem Emanuele Fiano che ha operato un cambio di marcia rispetto al giudizio espresso in prima battuta: "Non conoscevo l’intervista in cui Gabriel Boric neo Presidente del Cile ha definito Israele uno Stato genocida e assassino. Non si può conoscere tutto", ha premesso l'esponente del Pd. Qualche ora prima, lo stesso Fiano aveva esultato per l'affermazione in Cile del leader della nuova sinistra sudamericana. Ma dinanzi a certe affermazioni non si può sorvolare.

La spiegazione del cambio d'opinione arriva subito dopo: "Ho espresso gioia per la sua elezione giorni fa contro un candidato di estrema destra - ha continuato l'onorevole Fiano - . Ma io non posso condividere l’espressione da lui usata contro Israele, lo dico - ha aggiunto il Dem - perché io considero le parole sacre, e conosco bene il peso della parola genocidio, cioè il progetto di eliminazione di una gens, di un popolo dalla faccia della terra, e conosco bene quando questa parola si usa contro Israele per invertire la storia, e per trasformare il popolo ebraico da storica vittima della soluzione finale nazista a criminale genocida nei confronti dei palestinesi. Ma non è così". Comunque sia, ne è nata una discussione sul valore da attribuire alla vittoria di Boric.

La questione diventa poi buona per una discussione sul posizionamento politico. Pure Ivan Scalfarotto è intervenuto nel dibattito: "Noi riformisti - ha fatto notare l'esponente d'Italia Viva, commentando il post su Facebook di Fiano - dovremmo aver imparato da tempo che non basta che qualcuno sia contro l’estrema destra per considerarlo un nostro compagno di strada, caro Lele. Troveremo mai il coraggio di archiviare la coperta di Linus del “pas d’ennemis à gauche”?". Per il renziano, dunque, non basta essere alternativi alla destra per ricevere un attestato di stima: servono altri elementi. E Fiano, per Scalfarotto, dovrebbe rendersene conto.

Protagonista del dibattito pure il ministro Andrea Orlando che, commentando una presa di posizione di un analista politico dell'istituto Bruno Leoni sull'esito delle elezioni cilene, è stato travolto da una bufera per aver distribuito il solito giudizio sulla democraticità su questo o su quel punto di vista.

Fiano, invece, è tra coloro che hanno preferito smentire l'entusiasmo iniziale, pur di prendere le distanze dal parere che Boric ha espresso sullo Stato d'Israele.

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