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Istat e Fitch vedono un'Italia ancora in crescita. Gas, l'Europa tenta un'altra strada sul price cap

Pil migliore delle attese a +3,9% e con il segno più anche l'anno prossimo

Istat e Fitch vedono un'Italia ancora in crescita. Gas, l'Europa tenta un'altra strada sul price cap

L'Istat e Fitch spazzano via il pessimismo sulle prospettive future dell'Italia: la crescita quest'anno sarà superiore alle stime dei principali istituti di previsione, mentre l'anno prossimo il rallentamento potrebbe anche concludersi con un segno positivo.

Secondo l'istituto di statistica, il Pil italiano nel 2022 crescerà a ritmi sostenuti (+3,9%), mentre nel 2023 dovrebbe fermarsi a un più modesto +0,4%. Nel biennio di previsione, la crescita sarebbe sostenuta dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +4,2 e +0,5 punti percentuali) mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo in entrambi gli anni (-0,5 e -0,1 punti percentuali). La prolungata fase di crescita dei prezzi, sostenuta dall'eccezionale aumento di quelli dei beni energetici, è attesa riflettersi sull'andamento del deflatore della spesa delle famiglie residenti sia nell'anno corrente (+8,2%) sia, in misura più contenuta, nel 2023 (+5,4%). Lo scenario è comunque caratterizzato da ipotesi particolarmente favorevoli sul percorso di riduzione dei prezzi nei prossimi mesi e sulla completa attuazione del piano di investimenti pubblici previsti per il prossimo anno.

Anche Fitch ha rivisto al rialzo le stime per l'Italia sia per il 2022 per il quale attende una crescita del 3,7% (da +3,6%) che per il 2023 (-0,1% da -0,7%) come indicato in precedenza. È quanto afferma il Global outlook pubblicato dall'agenzia di rating. Per il 2024 Fitch vede l'Italia crescere al ritmo dell'1,5 per cento. Per quanto riguarda i prezzi del gas, dovrebbero progressivamente scendere dai 135-145 euro/megawattora attuali a circa 125 euro nel 2023 e calare verso i 65 euro nel 2024.

Queste previsioni incoraggianti giungono nello stesso giorno in cui l'Unione europea ha elaborato una nova proposta per il price cap sul gas: un tetto statico a 220 euro al megawattora. A una settimana esatta dalla nuova riunione straordinaria dei ministri dell'Energia a Bruxelles, la quinta in cinque mesi, la presidenza di turno dell'Ue della Repubblica Ceca si gioca l'ultima carta per strappare un'intesa capace di superare le resistenze del fronte del Nord e iniziare il 2023 con un meccanismo di emergenza per schermare i picchi dei prezzi del gas. «Bisogna intervenire subito», ha tuonato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. E ora, ha avvertito anche il presidente francese Emmanuel Macron, l'accordo tecnico «va trovato nei prossimi giorni».

La nuova proposta messa sul tavolo da Praga stabilisce un price cap statico a 220 euro che scatterebbe se il prezzo supera questa soglia per cinque giorni consecutivi. Un'asticella più bassa rispetto ai 275 euro a megawattora ipotizzati dalla Commissione europea e anche rispetto al primo tentativo di compromesso avanzato dalla stessa Repubblica Ceca - che guida i negoziati in Ue fino al 31 dicembre - fissato a 264 euro.

Ma anche modalità di attivazione più realistiche: per azionare il meccanismo il divario del Ttf con gli indici di riferimento internazionali per il gas liquefatto dovrà essere di 35 euro (e non più 58) per cinque giorni di fila, invece dei quattordici giorni stabiliti da Bruxelles.

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