Ritardo nell'apprendimento, blocco nel processo educativo, difficoltà nelle relazioni sociali. La cancellazione delle lezioni in presenza avrà conseguenze pesantissime e al momento non pienamente valutabili sul futuro dei bambini e dei ragazzi coinvolti nel limbo del lockdown. Con l'ultimo Dpcm e l'allargamento della zona rossa a Campania e Toscana in sostanza un alunno su due segue le lezioni soltanto a distanza. Una scelta ritenuta inevitabile dal Comitato tecnico scientifico che però non ha mancato di sottolineare che la scuola on line mette a rischio la salute dei ragazzi.
Da evidenziare come alla fine dello scorso anno scolastico non ci sia stato un attento monitoraggio a livello nazionale sull'impatto del lockdown sull'apprendimento. E ora che si torna a seguire le lezioni di casa si allargheranno ancora di più le maglie. Come verranno elaborati i giudizi del primo quadrimestre? Ovviamente non ci sono prese di posizioni pubbliche in questo senso ma l'orientamento è quello di ammorbidire voti e giudizi come è già successo nel giugno scorso. E come potrebbe essere altrimenti? Quanti ragazzi non hanno avuto la possibilità di seguire adeguatamente le lezioni per condizioni impossibili? Mancanza di connessione, pc obsoleti e comunque da dividere con i genitori in smartworking. L'ultima recentissima analisi di Education & Training Monitor 2020 ha focalizzato l'attenzione sull'insegnamento e sull'apprendimento nell'era digitale alla luce della crisi provocata dal coronavirus. Bene il risultato anche piuttosto sorprendente è che nella generazione dei nativi digitali le competenze non sono omogenee.
Il 15 per cento della popolazione studentesca non è in grado di interagire con sufficiente autonomia con le dotazioni tecnologiche. Poi ovviamente le conseguenze sui più deboli, la fascia di popolazione più povera e disagiata, saranno pesantissime.
Appare come una missione impossibile quella della didattica a distanza per gli studenti con disabilità. Tuttoscuola calcola che sono circa 74mila i docenti di sostegno che con le nuove disposizioni governative sono obbligati ad operare a distanza per i 117mila alunni con disabilità affidati. Quindi oltre il 43 per cento dei 172 mila docenti di sostegno in servizio l'anno scorso nelle scuole statali. Inoltre alla maggioranza dei docenti di sostegno sono stati affidati alunni diversi rispetto all'anno scorso. Ancor più difficile quindi stabilire una relazione educativa se si è costretti a restare a distanza: la continuità per gli alunni disabili è ancora un'utopia.
I danni per tutti gli studenti poi si ripercuoteranno anche sul loro futuro lavorativo. La Fondazione Agnelli ha calcolato che ad ogni giorno in meno di formazione completa ed adeguata corrisponde una perdita concreta in euro di stipendio per il futuro lavoratore.
Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ribadisce il suo impegno per far tornare tutti i ragazzi in classe il prima possibile ma anche questo obiettivo al momento appare utopico. La Azzolina ieri ha nuovamente incontrato il Comitato Tecnico Scientifico per un aggiornamento.
Confermato il dato che i ragazzi più giovani si
contagiano meno degli adulti e che i contagi nelle scuole in linea di massima vengono contenuti. «Tenere aperte le scuole significa combattere le diseguaglianze», dice la Azzolina. Purtroppo però al momento restano chiuse.
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