Italia quasi fuori dal tunnel. Il merito è tutto del vaccino

L'epidemiologo Ioannidis: "Grazie ai sieri il virus diventa endemico". Rezza: "Evitata grande ondata"

Italia quasi fuori dal tunnel. Il merito è tutto del vaccino

Italia più vicina al traguardo grazie ai vaccini. E per gli esperti anche di fronte a un rialzo della curva epidemica non si deve tornare a lockdown come quelli imposti nella prima fase della pandemia. Il Covid19 riprende forza in molte aree, ma nei Paesi che hanno una più ampia copertura vaccinale il processo verso l'endemizzazione del coronavirus è ormai quasi completato.

Che cosa significa? Il virus continuerà a circolare, ma auspicabilmente non provocherà più danni di una banale influenza. Non è ancora possibile accantonare le misure di protezione, ma il quadro dipinto dagli esperti che hanno preso parte al Festival della Scienza Medica di Bologna non è drammatico. «Presto avremo più protezione dal Covid che non dall'influenza», dice l'epidemiologo di Stanford, John Ioannidis che ovviamente indica nel vaccino la via d'uscita dalla pandemia. «Siamo al 40% della popolazione mondiale vaccinata, dubito che riusciremo in tempi brevi ad arrivare al 70%, ma i vaccini ci possono traghettare verso una situazione endemica in cui rischieremo di meno a contrarre il virus Sars Cov2, a patto, ovviamente, che non si presentino nuove mutazioni», avverte lo scienziato.

Calcoli e previsioni degli esperti in un primo momento sono stati purtroppo talvolta errati, ammette Ioannidis, «a causa di dati spesso non sufficienti e mancanza di trasparenza, ma siamo migliorando», assicura l'epidemiologo statunitense che si dice convinto che almeno in alcune aree fra le quali l'Italia si sia vicini all'endemizzazione. Ioannidis è pure tornato a sottolineare come alcune misure, come i lockdown imposti a intere nazioni, non abbiano «portato a grossi miglioramenti, mentre ad esempio stoppare i grandi eventi si è rivelato efficace». No a misure troppo stringenti e no anche alla chiusura delle scuole: «È stata una scelta sbagliata, considerato l'impatto devastante sul benessere sia dei bambini che delle loro famiglie» conclude Ioannidis.

La prossima endemizzazione del Covid viene data per scontata anche da Gianni Rezza, direttore generale alla Prevenzione del ministero della Salute che sottolinea che «grazie alle misure di contenimento prima e ai vaccini poi, abbiamo evitato la grande ondata, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del Covid direttamente». Anche se il virus tenderà ad endemizzarsi però non si può escludere che insorgano «focolai, più o meno piccoli», dice Rezza. E per questo motivo «è bene che oltre ai vaccini vengano anche sviluppati farmaci antivirali monoclonali, in grado, nei casi in cui venga meno per alcuni individui la copertura vaccinale, di affrontare con un certo successo le persone che si ammaleranno». L'obiettivo per Rezza è la «convivenza con il virus».

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, insiste sull'accelerazione della campagna vaccinale, intervenendo al XIX convegno di Diritto sanitario a Milano. «In una fase di recrudescenza del virus come quella a cui stiamo assistendo a livello europeo in questo momento, è giusto accelerare sulla somministrazione dei richiami», dice il ministro sottolineando che «sono state superate le 2 milioni di terze dosi somministrate». Il nodo degli irriducibili non vaccinati però resta: continua diminuire il numero delle prime dosi somministrate quotidianamente. Sono ancora troppi gli over 50 completamente scoperti, oltre due milioni e mezzo di persone. Speranza ha ribadito la necessità che l'Europa sia solidale e condivida regole e soluzioni.

Il fatto che le misure sulla pandemia al livello europeo «non sono omogenee», rappresenta un ostacolo insiste il ministro auspicando «Unione europea della Salute» e un ruolo più forte per Ema affinché sia «capace di determinare scelte a livello europeo».

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