In Italia sarà un'estate a tutto rock Già pronto il piano "musica sicura"

A Modena Vasco Rossi, a Milano Tiziano Ferro, a Roma gli U2 L'antiterrorismo prevede la collaborazione degli organizzatori

In Italia sarà un'estate a tutto rock Già pronto il piano "musica sicura"

Milano Potrebbe chiamarsi «Musica sicura»: è il protocollo nazionale antiterrorismo per i grandi concerti, una sorta di manuale operativo per le forze dell'ordine cui stanno lavorando i vertici della polizia raccogliendo i suggerimenti delle questure che si preparano a fronteggiare l'estate rock: una estate cui quest'anno si guarda con l'ansia che attacchi come quello di Manchester inevitabilmente generano. Non ci sono stati finora segnali d'allarme specifici dell'intelligence italiana, ma fenomeni di emulazione, anche da parte di «lupi solitari» del terrorismo jihadista, sono sempre possibili: ed è questa consapevolezza che costringe a rivedere e inaspriire le procedure, pur sapendo che, sopratutto in realtà complesse come le adunate oceaniche negli stadi e negli autodromi, il «rischio zero» non esiste. Già il 25 maggio, dopo l'attacco di Manchester, il capo della polizia aveva diramato una circolare con le prime «linee guida» (barriere anticamion, aree di «prefiltraggio»). Ora ci si attende qualcosa di più specifico. Ma intanto le questure lavorano, perché l'ondata rock sta per arrivare.

A Modena, dove l'1 luglio sono attese oltre duecentomila persone per Vasco Rossi, il prefetto Maria Patrizia Paba sta riunendo con cadenza settimanale il Comitato provinciale per la sicurezza per affinare insieme agli organizzatori del concerto le misure di sicurezza. Agli abitanti dei quartieri a ridosso del Parco è stato chiesto di smaltire la spazzatura nei giorni precedenti, in modo da poter rimuovere i cassonetti - potenziale deposito di ordigni - da tutta la zona. Riunioni con cadenza continua anche a Milano, dove il questore Marcello Cardona si trova a fronteggiare una raffica di eventi al Meazza, che si apre il 16 giugno con Tiziano Ferro ma avrà il suo clou a luglio con i due concerti dei Coldplay. Il dispositivo di sicurezza è stato rodato in parte con la visita di papa Bergoglio a marzo: ma per i concerti una parte decisiva la gioca anche la security privata, quella assoldata dagli organizzatori e che condivide con le forze dell'ordine il peso della sicurezza.

Questo della collaborazione pubblico-privato è uno dei nodi cruciali. I grandi promoter hanno elaborato in proprio procedure di sicurezza: Live Nation (che quest'anno porterà in Italia U2 e Green Day) ha reso noto di avere innalzato gli standard e introdotto nuove norme di comportamento (che si è rifiutata di rendere note). I promoter italiani di Assomusica lavorano abitualmente a stretto contatto con le questure, ma scontano una normativa che impedisce di effettuare con loro personale una serie di controlli invasivi, come le perquisizioni personali. «Io credo - dice Claudio Trotta, uno dei big dell'organizzazione di concerti - che ci si dovrebbe adeguare alle norme americane e di molti paesi europei, che consentono ai promoter di farsi carico direttamente della sicurezza nei concerti».

Su alcune misure drastiche, come il divieto assoluto di ingresso ai concerti con borse e zaini, né polizia né promotori sembrano puntare, almeno per ora. «Uno step costoso ma necessario - dice Trotta - sarebbe allargare sia il perimetro fisico dei controlli, portando la safe zone a cento o duecento metri dei cancelli, sia la loro durata, estendendola alle ore precedenti e quelle successive.

Ma il salto di qualità vero si avrebbe con i biglietti nominativi, possibilmente con fotografia caricata dallo spettatore al momento della prenotazione e incrociabile con i database dell'intelligence». Scenario futuribile, forse angosciante, forse inevitabile.

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