Gli italiani non stanno con la Russia, non stanno (più) davvero con l'Ucraina e non seguono nemmeno le linee dei loro partiti: solo l'11% simpatizza per Mosca, il 32% per Kiev mentre il 57% per nessuno; Pd e Fdi restano i più occidentalisti (Fdi più di tutti) mentre Lega e M5S sono scettici e Fi sta a metà strada.
Non è una media statistica: è solo una ricostruzione cronologica (inizio 2024- dicembre 2025) delle rilevazioni sull'atteggiamento verso Russia, Ucraina, invio di armi, percezione dei rischi e aspettative di pace. Le fonti: Swg, Eurobarometro, Ipsos, Bocconi Iep e YouTrend-SkyTg24.
La traiettoria è lineare: il filorussismo rimane una minoranza stabile, il sostegno all'Ucraina si erode, la maggioranza assoluta degli italiani abbandona entrambe le parti e si rifugia in una neutralità che non è ideologica: è pura stanchezza.
Il dato cruciale resta quello di Ipsos del 9 marzo 2025: 11% pro-Russia, 32 pro-Ucraina e 57 per nessuno. È l'unica rilevazione che misuri la simpatia in modo diretto, e già chiudeva il discorso: non esiste un'Italia filorussa, esiste un'Italia che non sceglie più. Lo sganciamento era cominciato a febbraio 2024: Swg registrava solo un 38% di favorevoli all'invio di armi e un 48 di contrari; Ipsos un 37% che pensava a una guerra lunga, un 52 che temeva l'escalation e un 60 che invocava il negoziato: una ritirata mentale più che politica. A maggio, Swg chiedeva di chi fosse la responsabilità dell'impasse: il 65% diceva di Putin, il 14 diceva Zelensky e il 21 entrambi. La condanna verso Mosca, ossia, non riattivava un sostegno verso Kiev. L'Eurobarometro confermava: solo il 52% degli italiani era favorevole ai sostegni europei all'Ucraina, contro un 39% contrario, rendendo l'Italia uno dei Paesi più tiepidi d'Europa.
Ma, domanda, dove finivano queste opinioni quando si andava a votare? Bocconi Iep rispondeva ad aprile: favorevoli all'invio di armi erano il 63% degli elettori del Pd, il 54 di FdI, il 45 di FI, il 32 della Lega e appena il 27 dei grillini. La mappa era definitiva: Pd e FdI erano l'Italia allineata all'Occidente, Fi l'ala prudente, Lega e grillini la parte stanca e diffidente, mai però davvero filorussa, piccole eccezioni a parte.
Nel 2025 i sondaggi non spariscono: cambiano le domande. A giugno Swg rileva che gli italiani considerano la Russia la principale minaccia alla pace mondiale (35%) seguita però dagli Stati Uniti (28%) e si registra, quindi, un anti-interventismo generalizzato. Il recentissimo sondaggio di SkyTg24 è coerente: solo il 9% crede in una pace vicina mentre aumenta la quota di chi taglierebbe gli aiuti o accetterebbe uno "status quo" indefinito. Una sorta di neutralismo non filorusso.
Quadro finale: i filorussi restano minoritari, fermi intorno all'11%; il sostegno all'Ucraina scende, ma resta più alto; la maggioranza degli italiani
abita uno spazio grigio dove rifiutano la guerra più che una delle due parti. Non c'è un'Italia che passa a Mosca o che resta con Kiev, c'è un'Italia che si sfila e una maggioranza post-bellica in un conflitto ancora aperto.