Torna in auge il tema dello Ius soli, ed a farsene portavoce dinanzi all'ormai prossimo premier Mario Draghi è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Dopo il confronto con l'ex governatore della Bce, quest'ultimo si è detto fiducioso: "C'è disponibilità al confronto e al coinvolgimento delle parti sociali". Nessuna risposta ma apertura al dialogo, ha spiegato l'ex leader della Fiom: "Ci auguriamo nei prossimi giorni di strutturare un sistema di confronto sulle riforme del lavoro del fisco, delle pensioni, della Pa e del rilancio degli investimenti. Siamo pronti al confronto e il mondo del lavoro deve essere protagonista del cambiamento".
Non solo lavoro sul tavolo di Draghi, ma il tanto caro tema dello Ius Soli e della cittadinanza per i figli dei migranti che vivono nel nostro Paese. "Quando si parla di dare un futuro ai giovani e se si vuole costruire un clima di coesione allora bisogna dire che i giovani sono anche figli di migranti e se si vuole creare un clima di coesione diverso serve che chi nasce qui o ha studiato qui abbia gli stessi diritti di cittadinanza di tutti gli altri", spiega Landini, come riportato da AdnKronos. "Se quindi oggi la coesione è un obiettivo, è l'occasione di metterla in pratica concretamente per affrontare la situazione difficile che abbiamo di fronte". La soluzione, per il segretario della Cgil è aprirsi allo Ius Soli: "Dobbiamo investire nei ragazzi e nelle ragazze di questo Paese, anche in quel milione di ragazzi di origine straniera che attende di vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana". Stando a quanto riportato da Agi, Draghi non avrebbe risposto alle parole di Landini. "Chiediamo lo ius soli, che è il primo passo per una vera integrazione e inclusione".
L'ex leader della Fiom non è l'unico ad aver portato sul tavolo di Draghi il problema cittadinanza per steranieri. Anche il Pd, nel programma presentato all'ex vicepresidente e membro del Management Committee Worldwide della Goldman Sachs, ha portato la questione tra i punti principali. Come riferisce Open, i dem sono stati espliciti. "Questa pandemia ha dimostrato la fragilità della nostra società e ribadito il concetto che solo tutti insieme possiamo uscirne. Servono quindi politiche di integrazione e di coesione come pilastro fondamentale di un'idea di sicurezza giusta, che veda tutti partecipi. Qualsiasi provvedimento che invece individua nell'altro il nemico da colpire o isolare, rappresenta l'opposto della sicurezza ed è foriero di divisioni che mai sono giuste ed utili in un Paese civile, ancor meno in una fase tanto delicata".
Il Pd spinge quindi per il superamento della legge Bossi-Fini e sull'approvazione in via definitiva dello Ius Culturae. Non solo, dato che il partito di Zinga chiede anche lo sviluppo di un modello di accoglienza più strutturato e non limitato ai soli servizi essenziali, che possa comprendere "adeguata formazione linguistica e inserimento professionale", e la"istituzione di un'Agenzia, sul modello tedesco, che coordini le politiche sull'immigrazione, comprese quelle all'accoglienza, ancora oggi ripartite fra diversi ministeri".
Sui social network Giorgia Meloni ha accolto con incredulità la notizia della richiesta effettuata da Landini durante il colloquio con Draghi:
"È normale che mentre rischiamo milioni di disoccupati il 'sindacato dei lavoratori' si occupi di chiedere al nuovo Governo la cittadinanza automatica agli immigrati?", ha twittato la leader di Fratelli d'Italia.
È normale che mentre rischiamo milioni di disoccupati il "sindacato dei lavoratori" si occupi di chiedere al nuovo Governo la cittadinanza automatica agli immigrati? pic.twitter.com/hlxN8OjogZ
— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) February 10, 2021
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