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Johnson snobba il sexygate e agita la piazza

Il primo ministro fomenta i disordini per avere pieni poteri. Il caso Arcuri? No comment

Johnson snobba il sexygate e agita la piazza

Londra - «Certo che il Regno Unito può uscire dall'Europa entro il 31 ottobre. Anche senza accordo». Lo ha ripetuto ieri, per l'ennesima volta il premier Boris Johnson, durante un'intervista tv, ma non ha spiegato come intende muoversi. Tutto lascia intendere però che abbia qualcosa in mente per bypassare la legge che gli impone di chiedere una proroga sulla scadenza per la Brexit, nel caso non sia riuscito a negoziare un nuovo accordo entro il 19 ottobre. A questo punto il tempo per farlo è pochissimo, il primo ministro insiste a dire che sono stati fatto dei passi in avanti, mentre l'Europa si dichiara molto scettica e l'opposizione teme che il governo possa invocare la legge per lo stato d'emergenza e fare di testa propria. Ne è convinto Keir Starmer, portavoce laburista per la Brexit, che all'Observer manifesta il dubbio che Johnson alimenti nei Leavers il senso di oltraggio che potrebbe creare violenze e disordini tra i cittadini. Per affrontarli Downing Street, potrebbe quindi ricorrere al «Contingencies Act» del 2004, una legge che conferisce speciali poteri in caso di emergenze nazionali e che consentirebbe all'esecutivo di non obbedire a quanto prescritto dal Benn Act. Downing Street smentisce, ma l'atteggiamento combattivo e testardo di Johnson fa pensare che l'ipotesi non sia del tutto campata in aria. Anche perché il prossimo intervento del leader conservatore alla conferenza annuale di Manchester si preannuncia come l'ennesimo attacco ai Remainers e ai politici «vigliacchi» che non vogliono andare subito alle elezioni. Non sembra turbarlo nemmeno il caso Arcuri che ogni giorno si arricchisce di nuovi particolari. La frequentazione di Johnson, ai tempi in cui era sindaco della capitale, con l'imprenditrice americana Jennifer Arcuri, è finita non solo su tutte le prime pagine dei tabloid ma anche sotto la lente d'ingrandimento della polizia britannica che sta decidendo se aprire un'inchiesta ufficiale sulla vicenda che potrebbe portare anche all'incriminazione del primo ministro. Johnson ha sempre dichiarato di non aver nulla da nascondere e che ogni cosa si è svolta in modo appropriato, ma dalle accuse riportate ieri dal Sunday Times sembrerebbe il contrario. La signora Arcuri avrebbe accompagnato il sindaco Johnson in incontri commerciali da cui avrebbe tratto profitto. Si parla di migliaia di sterline. Sempre il Times rivela che la Arcuri avrebbe confessato ad alcuni amici di aver avuto una relazione con Johnson nello stesso periodo. Nell'intervista ad Andrew Marr Johnson ha replicato di «essere fiero di ogni cosa fatta quando ero sindaco». Ieri anche il ministro per la sanità Matt Hancock ha preso le difese del premier. «Non deve rispondere ad alcuna domanda sui suoi contatti con l'imprenditrice ha detto .

Qualsiasi scambio di denaro ha seguito la procedura appropriata ed è stato molto tempo fa».

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