Guerra in Ucraina

Kadyrov, terrore ceceno. "Gli ucraini si arrendano o saranno annientati"

In rete un video del sanguinario leader: sarebbe al fronte. Già in Russia i primi mercenari siriani

Kadyrov, terrore ceceno. "Gli ucraini si arrendano o saranno annientati"

Il sanguinario Ramzan Kadyrov, boss delle milizie cecene; i primi 400 mercenari siriani, che secondo gli ucraini, sono giunti in Russia e Bielorussia, e si preparano a varcare il confine. Vladimir Putin e i suoi generali raccolgono tutte le forze disponibili per l'assalto decisivo.

I battaglioni ceceni, a dir la verità, erano arrivati sin dai primi giorni della guerra: su internet erano circolate le immagini di un reparto che innalzava la bandiera del profeta su un'ex caserma dell'esercito ucraino. Ieri Kadyrov, feudatario del Cremlino nella Repubblica del Caucaso, ne ha diffuso un altro in cui sembra progettare intorno a un tavolo un'operazione bellica insieme ad altri comandanti. Nelle immagini Kadyrov lancia slogan bellicosi e minacce agli ucraini: «Sono a pochi chilometri da Kiev, arrendetevi o vi finiremo». La sua presenza è stata confermata dal ministro degli interni ucraino, Anton Gerashchenko, secondo cui è a Ivankov, a nord-est della capitale, «nascosto in un seminterrato». Subito un parlamentare ucraino Yevhen Rybchynsky ha promesso una casa e un terreno a chi riesca a ucciderlo.

La fama di crudeltà di Kadyrov, consolidata nei circa 15 anni di (dis)onorato servizio agli ordini del Cremlino, era stata confermata qualche giorno fa quando in un audio diffuso sulla rete Kadyrov aveva spiegato che la guerra andava come andava perchè i russi non sono abbastanza spietati e prestano troppa attenzione ai civili. Per questo il leader ceceno chiedeva a Putin di «chiudere gli occhi consentendoci di farla finita in un paio di giorni». I ceceni avrebbero avuto tra l'altro l'incarico di «liquidare» insieme ai mercenari della Wagner, alcune personalità chiave ucraine, tra cui il presidente Zelesnky.

Crudeltà non equivale però ad efficacia. E le prestazioni dei ceceni nell'attuale campagna sono per il momento controverse. Nella prima operazione in cui sono stati impegnati a Hostomel, circa 20 chilometri a nord ovest di »Kiev, i ceceni hanno subito perdite elevate e in un'imboscata hanno visto morire il loro comandante, il generale Magomed Tushayev. Tushayev era uno dei capi più vicini a Kadyrov (secondo alcuni il suo vero braccio destro), ed era noto per avere guidato in patria la campagna contro i gay, arrestati e fatti sparire a decine.

Secondo centri di analisi militare come il Newlines di Washington la morte di Tushayev «è uno dei colpi più devastanti all'immagine di indistruttibilità delle truppe cecene, caratteristica esaltata in modo aggressivo dai media del Cremlino nelle settimane precedenti l'invasione» In realtà, secondo gli esperti dell'istituto, i ceceni, inquadrati nella Rosgvardiya, la Guardia Nazionale creata da Putin nel 2016, sarebbero sì feroci, ma anche «disorganizzati» e «indisciplinati».

Da notare che anche sull'altro fronte, quello delle truppe ucraine, combattono truppe cecene: un paio di battaglioni guidati da Adam Osmaev, veterano del Donbass, nemico dei russi sin dai tempi della seconda guerra di Cecenia.

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