In Kazakistan 500 arresti ma stravince il vice dello zar

In Kazakistan 500 arresti ma stravince il vice dello zar

Astana Il Kazakistan sceglie Kassym-Zhomart Tokayev per il dopo Nazarbyev. Il delfino dell'ex presidente e candidato del Partito d'unità nazionale (Nur Otan) è nettamente in vantaggio sugli sfidanti. E si avvia così verso la vittoria, a dir il vero mai in pericolo, nelle elezioni presidenziali. Dopo i primi dati Tokayev si attesta al 70,13 dei consensi. Staccati gli avversari: Dania Espayeva, esponente del partito Democratico Ak Zhol e unica donna candidata, si ferma al 5,32. Al secondo posto con il 15,39 dei voti Amirzhan Kosanov, giornalista e membro del movimento unificato nazionale e patriottico Ult Tagdyry. Si tratta, però ancora di un verdetto provvisorio: la commissione centrale entro il 15 giugno ratificherà l'elezione del nuovo presidente.

Chi è l'uomo a cui il popolo kazako affida il destino della Nazione? Tokayev, 65 anni, attuale presidente reggente del Kakakistan, è nominato il 23 aprile dal partito al potere Nur Otan a sostituire Nazarbajev fino alle elezioni. Una scelta, dunque, tra continuità e futuro. Il potere resta saldamente nelle mani del partito d'unità nazionale al cui vertice c'è ancora Nazarbayev. Ma con l'avvio della presidenza Tokayev si aprono le porte a un ricambio della classe politica e dirigente. La figura del neopresidente è considerata una garanzia sul piano internazionale:

Tokayev è stato già in passato un ministro degli Esteri, apprezzato in Europa e in Italia, ma soprattutto ambasciatore in Cina. E dunque quell'esperienza gli assicurerà la benedizione di Pechino. L'obiettivo del nuovo governo del Kazakistan sarà quello di rafforzare la propria funzione cerniera tra Russia e Cina. Nel giorno del voto il Kazakistan è stato un osservato speciale: non sono mancate manifestazioni e disordini in piazza. La polizia ha annunciato di aver arrestato almeno 500 manifestanti. Le tensioni maggiori si sono registrare nell'attuale capitale Astana e nell'ex Almaty dove tra i fermati, poi rilasciati, ci sarebbero tre giornalisti.

Tra gli osservatori, giunti da ogni parte del mondo, anche la delegazione italiana composta dai parlamentari Edmondo Cirielli e Ciro Maschio (Fratelli d'Italia) Ettore Rosato (Pd), Antonio Misiani e Francesco Scoma (Forza Italia).

La truppa italiana parla di elezioni «ben organizzate e trasparenti». Per il Questore della Camera Cirielli «magari il clima ai seggi in Italia fosse così tranquillo». Mentre l'ex capogruppo Pd Rosato evidenzia «l'alta affluenza ai seggi, segnale di partecipazione e democrazia».

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