Killer in libertà dopo solo sei anni. Il guardasigilli invia gli ispettori

Uccise un 24enne: scarcerato per decorrenza dei termini

Killer in libertà dopo solo sei anni. Il guardasigilli invia gli ispettori

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha attivato gli ispettori del ministero per accertamenti sul caso della scarcerazione per decorrenza dei termini di Riccardo Menenti, l'assassino di Alessandro Polizzi, ucciso a Perugia nel 2013, già condannato all'ergastolo per l'omicidio del giovane perugino e per quello tentato di Julia Tosti.

Menenti è uscito dal carcere di Terni il 10 gennaio scorso, su disposizione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze che aveva indicato questa data già nella sentenza del 19 giugno scorso, se non fosse intervenuta nel frattempo una sentenza definitiva. Ma ad oggi non c'è stata altra pronuncia: dopo i ricorsi in Cassazione presentati dagli avvocati, l'udienza deve essere ancora fissata. I suoi legali chiedono per lui il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Due giorni fa la madre di Alessandro Polizzi, Daniela Ricci, aveva scritto una mail al guardasigilli chiedendo un suo intervento. Ma il ministro, a quanto si apprende, aveva già dato disposizioni all'ispettorato, subito dopo avere appreso la notizia della scarcerazione.

Ieri i familiari di Polizzi hanno manifestato a Roma davanti alla corte di Cassazione e davanti alla sede del ministero in via Arenula con cartelloni che mostrano il corpo martoriato di Alessandro.

«È vergognoso, mi devono dire perché. Voglio saperne perché l'assassino di mio figlio è fuori, libero, dopo essere stato condannato all'ergastolo». È il grido disperato dei genitori di Alessandro. «Finora non abbiamo mai manifestato, il nostro dolore lo abbiamo tenuto per noi, ma ora l'indignazione è troppo grande - protestano amici e parenti di Alessandro -. Un assassino è fuori, è uscito e potrebbe tranquillamente uccidere di nuovo». «È stato terribile - ricorda la madre di Alessandro abbracciandosi all'altro figlio -. Lo ha colpito quando era già morto, crudele, brutale, e ora è libero».

Giuseppe Tiraboschi, avvocato difensore di Riccardo Menenti, guarda a questa vicenda da tutta un'altra ottica: «In sei anni e mezzo il mio assistito è stato un detenuto modello: ha studiato sostenendo esami universitari, ha lavorato, non ha mai ricevuto un rimprovero. Pentito già da tempo, è cambiato profondamente. Ora fuori dal carcere, vive con ansia l'attesa di un nuovo verdetto che potrebbe cambiargli notevolmente la vita». Menenti era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Alessandro Polizzi, ucciso a 24 anni a colpi di pistola in un appartamento di via Ricci a Perugia nel marzo del 2013.

Netta la reazione del legale della famiglia della vittima: «Doloroso e incomprensibile per i familiari aver appreso che l'assassino di Alessandro è libero dopo poco più di sei anni - sottolinea l'avvocato Nadia Trappolini -. Ci auguriamo ora che il processo davanti alla Cassazione si celebri in tempi rapidissimi.

Si possa finalmente mettere la parola fine allo strazio della famiglia di Alessandro. Ci aspettiamo una conferma della condanna. Riccardo Menenti pentito? Non ci risulta. In tanti anni non c'è stato mai un segnale: nelle aule di giustizia siamo stati fianco a fianco ma nemmeno uno sguardo».

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