Lady Bolsonaro sequestrati gioielli per 3,2 milioni

L'ex presidente Jair Bolsonaro aggiunge una nuova prevedibile denuncia al suo già ricco curriculum per avere tentato di fare entrare nel Paese del samba, senza dichiararli, gioielli valutati 3,2 milioni di euro

Lady Bolsonaro sequestrati gioielli per 3,2 milioni

Mentre i ministri del Turismo e delle Comunicazioni di Lula sono alle prese rispettivamente con uno scandalo di collusione con i paramilitari di Rio e per avere usato aerei delle Forze armate per comprare cavalli purosangue ad aste in Brasile, l'ex presidente Jair Bolsonaro aggiunge una nuova prevedibile denuncia al suo già ricco curriculum per avere tentato di fare entrare nel Paese del samba, senza dichiararli, gioielli valutati 3,2 milioni di euro regalati dal regno dell'Arabia Saudita alla moglie Michelle.

A rivelarlo l'ennesimo scoop del quotidiano Estado de São Paulo. L'episodio risale al 26 ottobre 2021, quando un consigliere dell'allora ministro delle Miniere e dell'Energia Bento Albuquerque (entrambi erano di ritorno dall'Arabia Saudita), portando nel suo zaino una collana, un anello, un orologio e un paio di orecchini, tutti incastonati di diamanti, passa attraverso la zona del «nulla da dichiarare» dell'aeroporto di Guarulhos. Peccato per la comitiva che il bagaglio venga scelto a campione per passare dai raggi X e il prezioso carico subito sequestrato dai doganieri di San Paolo.

A quel punto l'ex ministro torna indietro per recuperare i preziosi (e viene filmato dalle telecamere di sicurezza), senza costrutto. Solo adesso Albuquerque ammette di essere stato lui a portare i gioielli a Michelle e l'orologio, anch'esso di diamanti, a Bolsonaro, ma ci ha tenuto a precisare che, «trattandosi di un pacchetto chiuso non sapevo che c'era dentro».

Da allora l'entourage di Bolsonaro ha tentato di recuperare il dono saudita per ben otto volte dettaglia l'Estado, coinvolgendo anche i ministeri degli Esteri e dell'Economia con procedure da «stato delle banane» (lo scriveva ieri la giornalista Eliane Cantanhêde). Otto buchi nell'acqua, cose che neanche Paperino.

L'ultimo flop il 29 dicembre 2022, alla vigilia della partenza dell'ex presidente verso gli Usa.

Ieri Paulo Pimenta, ministro delle Comunicazioni Sociali di Lula (non il «ministro dei purosangue», quello si chiama Juscelino Filho), ha associato il «dono» al fatto che «Petrobras aveva appena venduto una raffineria per 1,8 miliardi di dollari a un gruppo saudita» ma, al di là dei cattivi pensieri che spesso ci azzeccano (come se Lula avesse guidato Petrobras in modo integerrimo), lo scandalo ha riportato in auge Bolsonaro sui media, al pari dell'ormai noto modus operandi di sauditi (e qatarioti).

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