«Lady Trump ha copiato Michelle»

Il discorso di Melania a sostegno del marito è ricalcato dalla campagna di Obama

Valeria Robecco

Cleveland Sono bastate solo un paio di ore dall'inizio della Convention repubblicana per far scoppiare la prima bagarre in grande stile. A finire nel mirino delle critiche questa volta non è però Donald Trump, ma la moglie Melania, protagonista dell'intervento più atteso nella serata inaugurale della kermesse alla Quicken Loans Arena di Cleveland. L'ex modella slovena è salita sul palco nella seconda parte del programma con un presentatore di eccezione, il candidato repubblicano alla Casa Bianca in persona, e un discorso preparato con «cura», o quanto meno controllato al microscopio, dagli speechwriter di Trump. Un discorso che doveva essere teso a mostrare il lato umano dello spregiudicato tycoon newyorkese. E invece, pochi minuti dopo aver lasciato il palco, sul capo di Melania e' piombata una tegola pesantissima: l'accusa di averlo copiato da quello di Michelle Obama nella Convention del 2008. Diversi media americani hanno iniziato a mostrare numerose ed evidenti somiglianze, prima accostando i due interventi «testo contro testo», e poi confrontando i video, dai quali emergono due passaggi molto simili e a tratti assolutamente identici, quando Melania parla dei valori familiari e degli insegnamenti da genitori a figli. La campagna del candidato respinge all'istante le accuse di plagio a lady Trump: «la sua esperienza di immigrata e il suo amore per l'America sono emersi nel suo discorso», ha detto il portavoce del miliardario, Jason Miller. «Nello scrivere lo splendido intervento - ha aggiunto - il team di Melania ha considerato quello che è stato fonte di ispirazione nella sua vita e in alcuni passaggi ha incluso frammenti che riflettono il suo pensiero».

Secondo fonti del Grand Old Party, «The Donald» e' «furioso» per la polemica scoppiata intorno alla moglie, mentre lei si difende giurando di aver scritto sostanzialmente da sola il discorso. Quello che doveva essere un trionfo, annunciato da un ingresso in grande stile della coppia sulle note di «We are the Champions» dei Queen, e con il candidato Gop che rompendo gli schemi è salito sul palco già la prima sera della Convention per presentare la moglie, rischia di trasformarsi in un boomerang. E di certo ha già diviso i big del Grand Old Party. Per il governatore del New Jersey, Chris Christie, non è stato un discorso fotocopia con quello di Michelle: «Il 93% è farina del suo sacco», ha detto. Non è dello stesso avviso il numero uno del partito, Reince Preibus, secondo cui sarebbe «ragionevole» licenziare lo speechwriter di Melania. Anche l'ex manager della campagna del tycoon, Corey Lewandowsky, è convinto che i membri dello staff che hanno lavorato all'intervento devono essere «ritenuti responsabili». La campagna elettorale di Trump, invece, non ha intenzione di licenziare nessuno: per il presidente Paul Manafort le accuse sono «veramente assurde». «Del tutto impensabile - ha precisato - fare una cosa del genere sapendo quanto il suo discorso sarebbe stato analizzato in ogni singolo passaggio». Melania, su cui erano concentrate le attese della vigilia, ha parlato della sua storia dalla Slovenia a New York, per poi concentrarsi a spiegare perché il marito «è l'uomo giusto».

Da ex modella, però, ha puntato molto sulla comunicazione attraverso il look, incantando gran parte della platea con un abito bianco di Roksanda (stilista di origini serbe con base in Inghilterra), andato esaurito in un'ora sul web, e decollete di Christian Louboutin.

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