Ischia (Na) - La signora Filomena, 65 anni e grinta da vendere, parlamenta con Silvio Berlusconi con un tono di voce così alto che la sentono fino ai limiti della «zona rossa»: «Siamo in 1.800 in mezzo a una strada, lei ci deve aiutare!». Parla a nome del popolo dei terremotati di Casamicciola, si lamenta, pretende. Dietro ai cordoni della polizia premono gli altri, esasperati, speranzosi. Uno grida: «Vogliamo fatti, non passerelle». E lui, Berlusconi, tra le macerie puntellate da travi di legno o tubi innocenti, risponde con una promessa concreta: «Avete ragione a essere arrabbiati, sembra che qui non sia stato fatto niente da agosto. Ho chiesto ai sindaci una lista degli interventi più urgenti e parlerò personalmente con il capo del governo e i ministri competenti perché facciano quello che devono». Gli abitanti di piazza Maio, dove il sisma ha colpito duro, applaudono. Hanno aspettato due ore sotto al sole cocente, con bambini e cani, attorno alla tenda verde militare tirata su dagli «irriducibili fino alla ricostruzione», come recita il cartello: quelli che non hanno mai lasciato il quartiere e dormono in quel rifugio di fortuna. Alla gente in attesa ci ha pensato, con 10 macchinette di caffè, il vecchio volontario della Protezione civile, Franco. Bar non ce ne sono, ma sull'altro tendone c'è una scritta ironica: «Ristorante La scossa». Lì chi ha bisogno trova sempre da mangiare.
Berlusconi è arrivato in ritardo al molo di Lacco Ameno, si parla di un'avaria al motoscafo che l'ha portato da Amalfi (era a Ravello per il matrimonio della sorella di Francesca Pascale), ma la notizia viene smentita. Solo un rallentamento in mare per un malore di un uomo della scorta. Ma alla gente importa poco. Ora lui è arrivato e chiedono aiuto. Anche se il Cavaliere è all'opposizione, mica al governo come ai tempi del terremoto all'Aquila. Già, l'Aquila. La ricorda il leader azzurro. «Ricostruii 5.639 case in 120 giorni. Qui le case sono molto meno e basta un intervento mirato dello Stato di 100 milioni. Bisogna però semplificare gli appalti. E si possono ricostruire le case per la primavera». Il momento più toccante arriva quando Berlusconi visita la palazzina crollata dei tre bambini estratti miracolosamente dalle macerie. Nota un uomo con il figlio in braccio, chiede: «Chi è?». Gli spiegano che è proprio il papà di Ciro, Pasquale e Mattias Marmolo. Il Cav li abbraccia, chiede come stanno, di che cosa hanno bisogno. Promette che li aiuterà. Poco dopo, alla convention di Fi, il leader parla dei poveri, della Flat tax, una tassa unica tra 23 e 25 per cento, con criteri di progressività, uguale per imprese e famiglie. «Fino a 12 mila euro non si deve pagare nulla», dice.
Per abbassare le tasse, «la nostra religione laica», chiosa Berlusconi, «c'è una formula, l'equazione dello sviluppo e del benessere: meno tasse su famiglia, imprese e lavoro producono effetti positivi su tutto» Aggiunge che Equitalia «va chiusa definitivamente, Renzi ha fatto solo finta». E annuncia una «nuova lira» accanto all'euro che «ci sta facendo male»: «Ho già in mente la moneta, qualcuno dice che la chiameremo Silvia ma io dico Lira, quella che abbiamo nella mente e nel cuore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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