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L'alleanza Fdi-Lega-FI al 50%. Missione: non buttare via tutto

Negli ultimi sondaggi Meloni al 25,7%, azzurri al 10%. Terremoto nel M5s: dopo la scissione grillini sotto il 7%

L'alleanza Fdi-Lega-FI al 50%. Missione: non buttare via tutto

Salvini lo ha già annunciato. C'è bisogno di un vertice di coalizione. Ufficialmente per parlare del risultato elettorale di ieri. Per analizzarlo e capire come e dove correggere il tiro. Al tavolo del vertice, però, sarà certamente argomento di confronto l'ultima ondata di sondaggi che danno la coalizione in crescita e in un caso (nel sondaggio pubblicato ieri dal Sole 24 Ore ed effettuato da Winpoll) addirittura sopra la soglia del 50%. Risultato, questo, che permetterebbe a Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia di formare un governo, che poi sarebbe il primo scelto direttamente dagli elettori dai tempi dell'ultimo esecutivo guidato proprio da Silvio Berlusconi. Esecutivo che ottenne la sua prima fiducia nel maggio del 2008.

Dietro questo dato ci sono tre elementi di rilievo. Il primo ovviamente riguarda Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni secondo gli analisti di Winpoll è il più apprezzato dall'opinione pubblica. Un intervistato su quattro ha dichiarato di voler votare per il partito conservatore guidato dalla Meloni. Un risultato straordinario se si pensa che Fratelli d'Italia è l'unico partito a crescere considerevolmente. Il secondo dato è la crescita lenta ma costante di Forza Italia, che secondo Winpoll tocca ora il 9,7%. Durante l'ultimo comizio a Monza di giovedì scorso Berlusconi ha pronosticato per gli azzurri una crescita sostanziosa («possiamo arrivare alle politiche del prossimo anno anche al 20%»). Per adesso l'andamento in costante crescita gli dà ragione. E poi c'è la tenuta della Lega. Il partito di Salvini è ben lontano dagli exploit delle Europee del 2019. Il suo 15% dei consensi, però, lo consolida al terzo posto dietro solo a Fratelli d'Italia e Pd (che oscilla tra il 20,5 e il 21,3%).

Insomma la governabilità sarebbe garantita. Questo sondaggio certifica l'esistenza di un maggioranza, al netto delle sigle minori che completano la coalizione di centrodestra.

La soglia di sbarramento del 3% imposta dal «Rosatellum» potrebbe essere un problema per i partiti centristi della coalizione. A iniziare da Coraggio Italia data all'1%. E non è un caso che nelle ultime settimane si siano intensificati gli incontri tra esponenti di Fratelli d'Italia e Toti. In tanti pensano, infatti, che il partito della Meloni possa offrire collegi sicuri ai suoi rappresentanti che la soglia di sbarramento terrebbe fuori dal Parlamento. Il doppio dato del Pd, accennato sopra, è il frutto di un particolare tagli dato al sondaggio Winpoll. Si sono infatti offerti al campione d'indagine due scenari: uno con il partito di Di Maio (Insieme per il futuro) e uno senza. Nel primo scenario nel centrodestra perdono uno 0,1% soltanto la Lega e Coraggio Italia, mentre più consistenti sono i cambiamenti nel campo largo del centrosinistra. Il Movimento Cinquestelle è ovviamente il più penalizzato con un taglio di tre punti percentuali (passando dal 9,9 al 6,9%) mentre il Partito democratico perde lo 0,8%.

Altri elementi significativi del sondaggio sono la fiducia al governo Draghi, che si salva per il rotto della cuffia con il 51% degli intervistati che lo sostiene, e la posizione sulle sanzioni contro la Russia. Il 65% degli elettori del Pd è favorevole alle sanzioni.

Più staccato il partito di Berlusconi con il 40%; mentre è significativa la differenza tra gli elettori della Meloni e quelli di Salvini. I primi appoggiano il governo Draghi sul tema della sanzioni al 43% mentre i leghisti favorevoli sono soltanto il 12%.

Insomma la maggior parte dei putiniani si trova tra le file dei sostenitori del Carroccio e dei Cinquestelle (solo il 22% è infatti favorevole alle sanzioni).

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