L'altolà di Bruxelles a Renzi: manovra non rispetta il Patto

Renzi assicura: "I soldi non ci sono". Ma Moscovici lo zittisce: "L'Italia rischia una deviazione significativa". Ma il giudizio finale è rimandato a dopo il referendum

L'altolà di Bruxelles a Renzi: manovra non rispetta il Patto

Una nuova mazzata si abbatte sull'Italia. E su Matteo Renzi. All'indomani dello strappo di Palazzo Chigi, che ha fatto mettere il veto sul bilancio europeo, Bruxelles mette sotto la lente d'ingrandimento il documento programmatico di bilancio 2017. La manovra appena licenziata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rischia, infatti, di "non rispettare" gli obiettivi per il 2017 del Patto di stabilità e crescita.

I numeri sono numeri. E agli euroburocrati le rassicurazioni di Renzi non fanno né caldo né freddo. "I soldi ci sono gli alibi stanno a zero - giura il premier - abbiamo rimosso tutti gli ostacoli". In un momento difficilissimo per il governo italiano, che si trova a dover fare i conti col rischio di vedersi affossare le riforme costuituzionali, l'Europa assesta un altro colpo al premier. Non è il knock down. Per il gancio da ko c'è ancora tempo. Bruxelles ha, infatti, deciso di concedere a Renzi il tempo necessario per non avere altri scossoni durante la campagna referendaria. Il giudizio finale sulla manovra finanziaria è, infatti, posticipato a dopo il 4 dicembre. Nel frattempo il premier può continuare a girare l'Italia e a raccontare una realtà che non c'è. "Qui ci sono i soldi, altri 470 milioni oggi vengono liberati - assicura oggi da Caltanissetta - compito vostro è spenderli bene, compito dei lavoratori è dimostrare la loro qualità e noi abbiamo i lavoratori migliori del mondo, persone che ci rendono orgogliose del tricolore italiano".

Roma è in buona compagnia. La Commissione europea ha, infatti, acceso i progetti di bilancio di Belgio, Italia, Cipro, Lituania, Slovenia e Finlandia. Secondo i tecnici di Bruxelles, questi Paesi "possono comportare una deviazione significativa rispetto al percorso di risanamento verso i rispettivi obiettivi di medio termine". Che nel caso dell'Italia è il pareggio del bilancio strutturale. nella sua analisi il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, ha spiegato che, per quanto riguarda la nostra legge di Bilancio, "un'ampia parte della deviazione è legata ai costi associati al terremoto, all'attività sismica del paese, molto grave quest'anno, drammatica, e alla gestione dei flussi migratori". E ha anche assicurato: "Ne terremo conto".

Quello di oggi, però, è solo un avvertimento. Una sorta di cartellino giallo. Il giudizio finale è rimandato a dicembre, dopo il referendum sulle riforme costituzionali. Una "cortesia" dell'Unione europea per evitare a Renzi altri grattacapi in campagna elettorale.

La commissione Ue valuterà a dicembre se ci sono le condizioni per correggere le deviazioni ed evitare la procedura di infrazione. "C'è stato dialogo intenso con il governo italiano - assicura Moscovici - è un dialogo intenso, costruttivo".

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