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Lamorgese assediata studia la stretta in piazza

Ormai i rumors si rincorrono nei corridoio del Viminale: il ministro Luciana Lamorgese rimane praticamente chiusa nel suo ufficio

Lamorgese assediata studia la stretta in piazza

Ormai i rumors si rincorrono nei corridoio del Viminale: il ministro Luciana Lamorgese rimane praticamente chiusa nel suo ufficio. «E chi la vede più...», dice qualche bene informato. Si lilita a lanciare qualche comunicato attraverso il suo ufficio stampa, non si presenta, nonostante le insistenze, agli incontri con i sindacati di polizia e non prende posizioni nette sui fatti di violenza registrati sabato scorso. L'insofferenza al ministero è più che tangibile. «Lei si sente sicura - ci dice qualche dipendente -, perché il premier Mario Draghi l'ha blindata, in realtà sta facendo poco o niente. Qualcuno sta persino tentando di dare la colpa dell'attacco alla Cgil al prefetto Matteo Piantedosi, ma la verità è che il coordinamento è mancato dal Viminale. La prefettura ha fatto anche troppo».

Ieri il segretario del Sap (Sindacato autonomo di polizia) Stefano Paoloni ha rincarato la dose: «Il ministro è lontano dai problemi reali e si rifiuta di incontrare le rappresentanze del personale che vorrebbero spiegargli i numerosi problemi operativi. Molti servizi sono a rischio, non avendo avuto la capacità di gestire a tempo debito le ripercussioni del green pass sull'apparato della sicurezza». E prosegue: «Il pericolo sta anche nel fatto che chi ha aderito alla campagna vaccinale sarà costretto a sopperire alle assenze di chi è senza green pass o non ha potuto ottenerlo. Questo accadrà perché in molte città non ci sono posti liberi prima di 7/8 giorni».

Anche il segretario dell'Fsp polizia Valter Mazzetti lo aveva detto senza mezzi termini: «È desolante dover constatare, ancora una volta, quella che riteniamo un'assoluta, totale mancanza di rispetto che il ministro dell'Interno Lamorgese riserva alle rappresentanze sindacali, e quindi a donne e uomini della polizia di Stato, anche di fronte a questioni che sono tutte politiche e che vengono, così, bellamente scaricate sulle spalle delle amministrazioni e dei sindacati, messi di fronte a prese di posizione a volte totalmente svincolate dalla realtà».

E se da una parte il ministro vede attacchi da parte dei sovranisti, in testa Matteo Salvini e Giorgia Meloni che da tempo ne chiedono le dimissioni, ora anche Pd e Leu sottolineano i problemi organizzativi e spingono affinché il Viminale faccia la sua parte. Il segretario dei dem Enrico Letta parla di «carenze nella gestione dell'ordine pubblico talmente evidenti che non è che c'è molto da dire». Sulla stessa linea Federico Fornaro di Leu, che chiede che il ministro riferisca in Parlamento sulla questione legata alle violenze messe in atto da Forza Nuova.

La titolare del Viminale riferirà al Senato martedì 19 ottobre. A stabilirlo ieri la Conferenza dei capigruppo. Intanto oggi, in vista delle manifestazioni previste per il prossimo weekend, si dovrebbe riunire il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, per dettare le linee guida per il contenimento di eventuali degenerazioni delle proteste dei prossimi giorni.

Sempre che il ministro decida di parteciparvi e fare la propria parte.

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