Il bianco e il nero

"Donna di ferro...", "Competente": scontro su Lamorgese

Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato Emuanuele Fiano (Pd) e Andrea Delmastro (FdI) sulle polemiche che hanno investito il ministro Luciana Lamorgese

"Lamorgese? Donna di ferro solo sul green-pass" "No, è un ministro competente"

Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato i deputati Emuanuele Fiano (Pd) e Andrea Delmastro Delle Vedove (FdI) sulle polemiche che hanno investito il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, dopo l'aumento degli sbarchi di migranti e l'incredibile vicenda del rave-party di Viterbo.

Secondo lei, il ministro Lamorgese, ha sbagliato qualcosa nella gestione relativa al rave-party di Viterbo?

Delmastro: “La Lamorgese ha clamorosamente sbagliato. Lei è colei che si ricorda per aver usato il pugno duro con gli italiani schierando 70mila agenti e i droni per recluderli durante le vacanze di Natale. È la donna del pugno di ferro sul green-pass, ma non lo è incredibilmente sul rave-party. A noi piacerebbe avere un ministro forte che sia il contrario della Lamorgese, la quale si mostra forte con i deboli e debole con i forti. E, per deboli, intendo tutti quelli italiani normali e tutte quelle imprese già danneggiate dai provvedimenti di chiusura più che dal Covid. Loro vedono in Lamorgese una donna dal pugno di ferro, mentre gli amici della sinistra e dei rave-party la vedono come la zia accomodante. Noi avremmo preferito il contrario”.

Fiano: “Non credo che ci sia una responsabilità che risale al ministro. Penso che le autorità di sicurezza locali avrebbero probabilmente dovuto avere cognizione di quanto cresceva in maniera esponenziale questo raduno molto prima. E prima avrebbero dovuto dare al governo notizie sulla pericolosità di quanto stava accadendo. Quando c'è un evento con migliaia di persone ormai insediate, risolverlo rapidamente non è semplice. Ovviamente sono sconvolto da quello che ho visto, però non mi sembra che il ministro ne sia responsabile”.

Esiste un'emergenza sbarchi e, secondo lei, il ministro è in grado di affrontarla?

Delmastro: “L'emergenza sbarchi esiste, lo sa anche mia figlia Greta di 13 anni. Probabilmente l'unica che si ostinava a negarla fino a non poco tempo fa era il ministro Lamorgese, anche perché dietro quella emergenza c'è la sua clamorosa incapacità. Rispetto al 2019 gli sbarchi sono più che decuplicati e questo è l'esempio del suo fallimento. Mi terrorizza pensare che la Lamorgese sarà lo stesso ministro che ci dovrà, in una maniera o nell'altra, tutelare rispetto a un profilo di nuovi flussi migratori legati alla crisi in Afghanistan, dietro i quali, secondo il direttore dell'Aise, il generale Caravelli, si possono nascondere anche dei terroristi islamici. Se consegniamo a una come la Lamorgese la difesa dei confini c'è da aver paura”.

Fiano: “Dipende cosa significa emergenza anche perché parlare di emergenza dopo quindici anni mi sembra sbagliato. I flussi che conteggiamo quest'anno sono superiori a quelli degli anni precedenti, ma non sono certo al livello di quando si parlava di catastrofe umanitaria quando arrivavano 150mila persone. Questo è un fenomeno che dipende da molti fattori: le condizioni socio-economiche delle regioni sub-sahariane, la condizione politico-istituzionale della Libia che è cambiata molto in questi mesi per l'azione italiana perché abbiamo un unico governo di unità nazionale e l'instabilità della Tunisia. È bene, però, ricordare che, rispetto da quando c'era Salvini, il ruolo di Russia e Turchia in quel quadrante del Nord-Africa è molto cambiato. Se non avessimo operato per ottenere questo cambiamento istituzionale in Libia avremmo dato spazio alla volontà di espansione della Turchia che, certo, non credo sia per l'Italia un vicino facile. Se chi mi chiede se la Lamorgese sia lavorando bene ritiene che bene sia bloccare l'arrivo delle navi, allora non rispondo perché non condivido l'idea che difendere la salvaguardia nazionale significhi, come pensa Salvini, impedire a chi ha bisogno di aiuto di arrivare sulle nostre coste. Se, invece, mi si dice che l'Europa fino ad oggi ha fornito all'Italia una collaborazione insufficiente sul tema dell'immigrazione, lo capisco bene. Segnalo, infine, che chi, come Salvini, critica la Lamorgese sta condividendo un'attività di governo e che sopra il ministro c'è Draghi, presidente del Consiglio nostro e suo. Se i leghisti ritengono che il governo effettui una politica inefficace o insufficiente nell'ambito delle deleghe del ministro dell'Interno, dovrebbero uscire dal governo”.

Come andrebbe gestita l'imminente crisi migratoria afghana?

Delmastro: “Con un grande piano Marshall dei diritti dei rifugiati, finanziato anzitutto dagli Stati Uniti dato che la precipitosa fuga di Biden è stata una concausa della catastrofe umanitaria, politica, sociale ed economica dell'Afghanistan. La Ue, poi, dovrebbe gestire, insieme ai Paesi limitrofi all'Afghanistan, spazi di accoglienza per i rifugiati. Evidentemente è illusorio promettere a 30 milioni di afghani di trovare rifugio in Occidente e in Europa. È inoltre pericoloso perché dietro questi profughi potrebbero nascondersi dei terroristi, ma soprattutto trovo ridicola e infantile la posizione di quella sinistra che parla di corridoi umanitari per farli venire in Italia. Non possiamo farci invadere e, oltretutto, ricordo che questi corridoi si fanno con accordi con le autorità locali. In pratica, consegniamo ai talebani la lista di chi vuole uscire, lista che diventa lista di proscrizione. Sono davvero dei marziani fuori dal mondo”.

Fiano: “Al momento non stiamo ancora parlando di una crisi migratoria, ma di una crisi umanitaria. Noi, insieme agli Stati Uniti, stiamo rimpatriando le persone che hanno collaborato con noi in questi anni e che hanno titolo per chiederci un aiuto umanitario. Il problema, ora, è l'ultimatum del 31 agosto dei talebani. In questo senso è nata l'iniziativa del governo Draghi di voler coinvolgere Russia e Cina, Paesi dialoganti con il nuovo regime, per addivenire a una scelta diversa sulla data conclusiva dell'evacuazione, dato che entro il 31 agosto è impossibile spostare solo le truppe americane. Non sono in grado di dire se questa crisi umanitaria possa diventare anche migratoria, ma se così fosse vorrebbe dire che i talebani consentirebbero agli afghani di espatriare e non la vedo un'eventualità possibile dopo la fine della presenza straniera”.

C'è chi, come Enrico Letta, sostiene che la Lamorgese stia lavorando bene. Lei cosa ne pensa?

Delmastro: “Enrico Letta, chi? Quello che faceva il professore in Francia e, appena tornato in Italia, ha ritenuto che i primi problemi fossero lo Ius Soli e il Ddl Zan? Quel marziano lì? Quello scienziato francese? Quell'uomo che è arrivato in Italia con la puzza della sinistra radical-chic e che viveva in Francia per fare il professore universitario? Se lo ha detto lui è un motivo in più per ritenere che la Lamorgese faccia tutto male”.

Fiano: “La Lamorgese sta facendo bene il suo lavoro con professionalità, capacità, efficienza e presenza. È inutile che un partito di governo come la Lega riduca problemi giganteschi che la maggior potenza del mondo ha difficoltà ad affrontare come se fosse responsabilità di una sola persona. La ministra esprime la politica e gli atti che sono nelle decisione del governo di cui fa parte anche la Lega. E lo fa bene”.

Ma, quindi, secondo lei, la Lamorgese dovrebbe dimettersi?

Delmastro: “Secondo noi sì e, a differenza di chi finora ne hanno invocato le dimissioni, siamo anche disposti a presentare una mozione di sfiducia come ha detto Giorgia Meloni perché siamo tendenzialmente coerenti”.

Fiano: “Assolutamente no.

La Costituzione recita che i rappresentanti istituzionali devono svolgere il proprio compito con disciplina e onore ed è esattamente quello che fa Luciana Lamorgese”.

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