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Lamorgese nel mirino dell'ala sovranista. Presto il faccia a faccia

Salvini: "Bocciata senza appello". Meloni cerca firme per la sfiducia, ma Fi dice no

Lamorgese nel mirino dell'ala sovranista. Presto  il faccia a faccia

Il giorno dopo la difesa pubblica del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese da parte di Mario Draghi, la tensione nella maggioranza resta alta. Matteo Salvini si affida a un tweet per scolpire una secca sentenza di condanna: «Il ministro Lamorgese viene bocciata senza appello dai numeri del Sole 24 Ore» scrive pubblicando un articolo del quotidiano economico dal titolo «Migranti, nei tre mesi estivi sbarchi cresciuti del 73,8% rispetto allo stesso periodo del 2020».

Il capo della Lega chiede da tempo un incontro con la titolare del Viminale, allargato allo stesso Draghi. Il vertice potrebbe andare in scena la prossima settimana, si sta lavorando per definirne il format, e Salvini potrebbe anche incrociare Enrico Letta - che a sua volta da giorni chiede un chiarimento - nel weekend, a margine dei lavori del Forum Ambrosetti di Cernobbio. Una soluzione che circola per uscire dall'impasse potrebbe essere quella di una riunione di maggioranza in cui vengano messi sotto i riflettori alcuni temi, tra i quali l'immigrazione. Un modo per far risuonare un allarme condiviso e «stare addosso» alla Lamorgese senza dare l'idea di uno scontro solitario tra lei e Salvini.

In questo clima c'è la mossa politica di Fratelli d'Italia a rendere ancora più complicata la querelle. Giorgia Meloni conferma, infatti, che la mozione di sfiducia nei confronti della titolare del Viminale non verrà ritirata. «Come si può sostenere che il ministro Lamorgese che ha consentito che, per giorni e giorni, un rave party illegale nel quale ci sono stati morti, stupri e droga, senza che il governo muovesse un dito, sta operando bene per me è un mistero. Luciana Lamorgese è il ministro dell'Interno di un governo debole con i forti e forte con i deboli» dice intervenendo a Morning News su Canale 5. «Stiamo raccogliendo le firme - continua -, stiamo facendo scouting alla Camera e al Senato per presentare la mozione di sfiducia. Dalla gestione dell'immigrazione al resto, mi pare che il ministro abbia ampiamente dimostrato di non essere all'altezza».

Naturalmente la mozione di sfiducia non ha alcuna possibilità di successo, ma serve a mantenere alta la pressione sulla Lega. Forza Italia, infatti, ha già fatto sapere che non la voterà, come accaduto quasi sempre in passato. «Lo abbiamo detto fin dall'inizio: siamo contrari alle mozioni di sfiducia individuali. Non avremmo mai votato e non voteremo mai una sfiducia richiesta dall'opposizione al ministro Lamorgese, però diciamo che sulla vicenda del rave in provincia di Viterbo ci sono stati errori e sottovalutazioni» dice Antonio Tajani a Sky TG24. «Sull'immigrazione serve una strategia diversa - spiega - Abbiamo presentato un piano completo che riguarda anche ciò che c'è da fare in Africa e nei Paesi da dove provengono gli immigrati. Servono accordi bilaterali, è quello che fece il governo Berlusconi che bloccò l'immigrazione nel nostro Paese.

Abbiamo chiesto a Draghi di dar vita attraverso la sua presidenza del G20 a una conferenza di pace organizzata proprio dal G20 sull'Afghanistan, per affrontare questa emergenza».

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