"L'Antimafia impedisce a Laudati di chiarire la sua estraneità sui dossier"

Il legale: "La posizione dell'ex pm diversa da Striano"

"L'Antimafia impedisce a Laudati di chiarire la sua estraneità sui dossier"
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Nell'inchiesta sul presunto dossieraggio alla Dna, la Procura di Perugia ha chiesto l'arresto non solo del finanziere Pasquale Striano, ma anche dell'ex magistrato Antonio Laudati, accusato di alcuni accessi abusivi alle banche dati. Il Tribunale del Riesame si esprimerà il 12 novembre.

Avvocato Castaldo, cosa è emerso dal Riesame?

«La Procura ha chiesto di depositare atti riguardanti gli accessi fatti da Striano dal 2019 al 2021, più una nota della polizia giudiziaria contenente un approfondimento relativo a Laudati. Mi sono opposto perché non inerente all'oggetto dell'appello, che riguarda le sole esigenze cautelari e non il merito».

Ci sono nuove contestazioni a Laudati?

«Un unico episodio già emerso, in merito al quale sono state svolte verifiche. Preferisco non scendere nei dettagli».

Quali sono le prossime mosse come difesa?

«Procederemo con indagini difensive ascoltando alcune persone ed esponenti delle istituzioni, oltre a una consulenza tecnica forense. É probabile che il mio assistito rilascerà dichiarazioni in udienza».

Farete una nuova richiesta di audizione in antimafia?

«La Presidente della Commissione ha risposto negativamente. La cosa mi ha lasciato perplesso, ritenevo doveroso che vi fosse un concreto interesse a ricercare la verità e che si sentisse la versione della difesa e non solo dell'accusa, nel rispetto del giusto processo e delle garanzie difensive».

Perché la posizione di Laudati è diversa da quella di Striano?

«Perché gli episodi contestati a Laudati sono solo quattro, a differenza degli addebiti mossi a Striano. Laudati non ha mai fornito notizie ai giornalisti coinvolti nell'inchiesta. E ha sempre negato ogni addebito. Le problematiche insorte nascono dalle modalità di accesso alle banche dati e alle Sos».

Perché viene chiesto l'arresto? Il gip ha rigettato la richiesta ma il pm insiste.

«Siamo perplessi. La richiesta ci è sembrata incongruente, anche perché Laudati è in pensione, il Gip aveva motivato correttamente sulla mancanza di esigenze cautelari».

Perché a Laudati viene contestata una sorta di consapevolezza dell'attività abusiva di Striano?

«Per l'accusa Laudati avrebbe concorso con Striano negli unici quattro casi ormai noti. Ma ciò, come dimostreremo, non è assolutamente vero. Laudati non ha mai effettuato accessi abusivi. Striano operava in autonomia sulla base di input pre-investigativi. E proprio questo è il punto centrale: quali fossero i poteri effettivi della Procura Antimafia, quale fosse l'innesco delle indagini e il controllo sull'operato del Gruppo».

Quali erano i rapporti tra Laudati e Striano?

«Normali rapporti di lavoro, il tenente Striano era un gran lavoratore che godeva della stima dei suoi precedenti superiori».

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