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Lapid, Bennett e Abbas: nuovo governo d'Israele. Senza Bibi, con gli arabi

Netanyahu escluso dal potere dopo 12 anni Intesa di 8 partiti, rotazione delle poltrone

Lapid, Bennett e Abbas: nuovo governo d'Israele. Senza Bibi, con gli arabi

Ce l'ha fatta in zona Cesarini: Yair Lapid, «C'è un futuro», 13 seggi, dopo frenetiche trattative e mille giravolte ha potuto dichiarare che la possibilità di formare un governo è nelle sue mani. Alla fine la formula «chiunque fuorché Netanyahu» ha partorito il governo più composito, otto partiti che hanno combattuto fino all'ultimo sgabello; partiti tutti caratterizzati da piccole dimensioni e distanze politiche lunari. La sudata per arrivare a un accordo è stata ammirevole, l'angoscia palpabile, il nuovo primo ministro Bennett è un bravo soldato della Sayeret Matkal, l'unità di élite, religioso, capo del partito chiamato la Destra. Capeggia un governo in cui più della metà dei partiti sono molto lontani ndalle sue idee, anche gli arabi che durante l'ultima guerra si sono sbilanciati verso Hamas.

La febbre altissima si è un po' placata con l'aspirina dell'elezione nel pomeriggio alla Knesset del nuovo presidente della Repubblica. È Isaac Herzog, 61 anni, detto Boogy, capo dell'Agenzia Ebraica, colto, di aspetto mite ma dai pensieri netti, socialista in origine ma certo oggi molto meno propenso alle ideologie. Ha preso 87 voti contro i 26 che la Knesset ha dato come un mazzo di fiori alla candidata donna, Miriam Peretz, una straordinaria eroina d'Israele immigrata dal Marocco, simbolo della storia che nasce nelle maabarot, le misere capanne in cui i pionieri sionisti si ammassavano nel deserto per lavorare la terra o imbracciare i fucili contro gli assalti arabi, Madre Coraggio di due figli uccisi in guerra. Un personaggio del cui sorriso e della cui forza Israele è sempre andata orgogliosa: ma non è bastato di fronte all'esperienza, al savoir faire politico, alla dinastia di Herzog, figlio di Chaim sesto presidente di Israele. È stato tre volte ministro, a volte amico a volte meno anche di Netanyahu. Ieri mentre posavano per la foto tradizionale ha detto «Sarò presidente con qualsiasi primo ministro», e Bibi ridendo: «Magari rimandiamo questo argomento a un'altra volta».

È complicato il patto di Lapid con altri 7 partiti dalla sinistra estrema (Meretz) a Naftali Bennett, capo della Destra dura. Bennett poiché si gioca il tutto per tutto e il suo pubblico per il 61% lo biasima, ha ottenuto il primo turno di due anni da primo ministro, seguito da Lapid. I piccoli partiti hanno avuto un ministero a membro del parlamento. Le ultime questioni hanno riguardato la richiesta di Mansour Abbas col suo partito arabo Raam di soddisfare i suoi elettori residenti soprattutto nel Negev di cancellare la legge Kaminitz che prevede che le costruzioni illegali vengano rimosse. È una richiesta quasi impossibile, ma Abbas gioca per sé e l'ha promesso ai suoi: non si sa se l'abbia ottenuto, ma certo ha sfondato molte barriere se ha firmato. La seconda questione riguarda due prime donne: la bellissima giurista della Destra Ayelet Shaked, silenziosa sulla scelta del suo partner politico Bennett, ma decisa a ottenere, oltre a un ministero, anche la presidenza della commissione per l'elezione dei giudici costituzionali; e la segretaria laburista Meerav Michaeli, che lo vuole per sé. Le due si sono messe d'accordo per una rotazione, prima la Shaked ma un ministero in più alla Michaeli.

Molti ministri anche a Gideon Saar, anche lui destra che abbandona la nave. Fortissimo pure Avigdor Lieberman, Israele Casa nostra, che oltre che per Netanyahu nutre una particolare avversione per il mondo religioso. Intanto un altro membro di Yemina, Nir Orbach, minaccia la defezione. Si apre una terribile settimana di procedure in cui ancora sono possibili capriole e ripensamenti. Per ora, è assente la politica, il futuro di Israele, l'Iran, l'economia... Si sa solo che tutto è diverso nella mente di ciascuna componente.

Israele sa benissimo invece che alla fine per vivere deve restare unito.

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