Le correnti dem regalano Roma ai Cinque Stelle

Renzi e Orfini hanno di fatto spianato la strada del Campidoglio ai Cinque stelle

Le correnti dem regalano Roma ai Cinque Stelle

Il rischio, concreto, è che Matteo Renzi per un verso e Matteo Orfini per l'altro abbiano di fatto spianato la strada del Campidoglio ai Cinque stelle. D'altra parte, uno scenario con il Pd che a Roma perde voti a favore dei grillini non emerge solo dai primi sondaggi che testano le forze in campo per il dopo Marino, ma anche da una base dem che nella capitale sembra essere parecchio in agitazione. Al netto delle vacanze Oltreoceano, dell'affondo del Papa e della recidiva sui rimborsi spese, infatti, a Roma c'è un pezzo di elettorato del Pd convinto che Ignazio Marino non sia stato difeso a dovere. Di più: che sia stato fatto fuori da Renzi (che se ne voleva liberare già prima dell'estate) e da Orfini (che dopo l'uscita del Pontefice avrebbe capitolato anche lui). Il punto è che non si tratta di elettorato d'opinione ma di militanti che frequentano le sezioni, quello che in una tornata amministrativa fa la differenza. Non a caso il deputato dem Marco Miccoli ci tiene a dire che «la stragrande maggioranza» di quelli che erano in piazza domenica a sostenere Marino «sono elettori del Pd».

Tutti delusi da come Renzi e Orfini hanno gestito la vicenda romana e di come l'accelerazione in Consiglio comunale sia stata imposta da soli quattro-cinque renziani (su un totale di 19 consiglieri). Dentro il Pd, dunque, si respira un clima da resa dei conti. E si imputa ai vertici nazionali di avere ceduto non solo alle pressioni del Vaticano e delle lobby che comandano a Roma, ma anche di non avere marcato la differenza con quel pezzo di partito che era coinvolto nelle vicende di Mafia capitale. E il bersaglio è soprattutto Orfini, che da commissario straordinario del Pd a Roma forse si è mosso più pensando al suo futuro politico che a quello del partito. Ha dato la sensazione, è il ragionamento di un pezzo grosso del Partito democratico, di tutelare più l'equilibrio tra le correnti del vecchio Pd che Marino e la città.

Così, la delusione della base dem rischia di riversarsi - in termini di voti - sul M5S. A meno che Marino non decida davvero di candidarsi, magari con una sua lista dove convergano anche pezzi della sinistra (un'ipotesi che sembra piacere a Pippo Civati e meno a Stefano Fassina). In questo caso i voti andrebbero a lui, ma il Pd rischierebbe comunque di uscirne con le ossa rotte. Come pure se al sindaco uscente venisse voglia di presentarsi alle primarie del Pd che, nonostante le resistenze di un Orfini ben consapevole del rischio implosione, Renzi ha ormai benedetto.

Probabilmente nella convinzione di presentare un solo candidato davvero papabile per la vittoria, ma forse - ancora una volta - sottovalutando la forza di quelle correnti interne al Pd che a Roma fanno ancora oggi il bello e il cattivo tempo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica