Roma Quel pasticciaccio brutto delle nomine del Mibact. In attesa della decisione del Consiglio di Stato, che potrebbe anche cancellare quella del Tar, va evidenziato che i profili dei cinque direttori sospesi sono molto diversi. Oltretutto al momento delle nomine la polemica riguardò soprattutto il fatto che su venti scelte sette fossero ricadute su stranieri ma tra i cinque esautorati uno solo non è italiano. Il problema dunque non è soltanto la cittadinanza ma anche le procedure di nomina. Nel mirino dei giudici amministrativi è finito Paolo Giulierini di Cortona, 46 anni, laureato in archeologia e specializzato in etruscologia all'Università di Firenze. Dal 2001 era a capo del Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona. La sua ascesa alla guida del Museo Archeologico Nazionale di Napoli aveva suscitato perplessità espresse anche da chi l'aveva preceduto, ovvero Valeria Sampaolo, l'ex direttrice del Museo, che aveva parlato di un mancato riconoscimento per il personale interno.
Colpito e affondato anche Carmelo Malacrino, 44 anni, archeologo e architetto, definito direttore a chilometro zero visto che è nato a Catanzaro ed era stato chiamato a dirigere il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Quando è stato nominato non aveva esperienze specifiche di gestione museale.
La più giovane tra i sospesi è Eva Degl'Innocenti, 39 anni, laureata a Pisa in conservazione dei Beni Culturali, ha frequentato la Scuola di specializzazione in Archeologia e dal 2013 è direttrice del servizio dei beni culturali e del Museo Coriosolis in Bretagna. Scelta per guidare il Museo archeologico nazionale di Taranto non appena informata della nomina confidò: «Non credevo di farcela, è un sogno che diventa realtà».
Curriculum impeccabile per Martina Bagnoli, 53 anni, nata a Bolzano, laurea a Cambridge in Storia dell'Arte e PhD alla Johns Hopkins di Baltimora. Dal 2003 lavorava presso il Walters Art Museum di Baltimora dove si occupava soprattutto di manoscritti medioevali. Era stata scelta per guidare la prestigiosa Galleria Estense di Modena.
Infine l'austriaco Peter Assmann, originario del
Tirolo. Storico dell'Arte è stato anche presidente dell'associazione dei Musei austriaci ed era al timone del Palazzo Ducale di Mantova. Anche lui al momento della nomina finì nel mirino per il fatto di essere straniero.
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