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L'attacco di Meloni: "Con certi giudici diventa difficile difendere l'Italia"

La premier sconcertata . Fdi: "Ispezioni". Ma la sinistra esulta: "Gioia immensa"

L'attacco di Meloni: "Con certi giudici diventa difficile difendere l'Italia"
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"Come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa che va in questo senso viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?". È l'amaro sfogo che la premier Giorgia Meloni lancia sui social dopo la decisione della Corte d'Appello di Torino di far uscire Mohamad Shahin dal Cpr di Caltanissetta. Per i giudici torinesi l'imam di San Salvario non è pericoloso. Eppure la figura dell'egiziano (da 21 anni in Italia) è controversa e da tempo sui suoi interventi pubblici è forte lo scontro politico. Sulla testa di Shahin continua ora a pendere un decreto di espulsione del Viminale. Anche su questo, però, i partiti politici si sono scontrati frontalmente.

La liberazione dell'imam egiziano viene giudicata da molti esponenti della maggioranza come un "grave segnale della magistratura" che non solo viaggia in direzione contraria rispetto alle decisioni fin qui intraprese dal governo ma che "mina la sicurezza dello Stato".

Al ministro della Giustizia, Carlo Nordio si rivolgono tre deputati di Fratelli d'Italia (Filini, Kelany e Montaruli) per chiedere se non sia opportuno "procedere a un'ispezione presso gli uffici della Procura e della Corte d'Appello di Torino per valutare la correttezza delle procedure adottate".

Una nota di Forza Italia parla espressamente di "sconcerto" per la decisione dei giudici, mentre "Rimettere in circolazione un soggetto che ha apertamente giustificato il terrorismo di Hamas - spiega il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri - dimostra come sia sempre più urgente una riforma della giustizia per porre fine alle correnti politicizzate". Posizione condivisa anche dal leader del Carroccio che è ancora più lapidario: "Si tratta dell'ennesima invasione di campo di una magistratura politicizzata". Un "grave segnale da parte di una certa magistratura verso la sicurezza dello Stato", sentenzia l'europarlamentare di Fratelli d'Italia, Nicola Procaccini. "Quanto accaduto oggi è vergognoso - gli fa eco il suo collega a Strasburgo Carlo Fidanza (FdI) -: per i giudici di Torino non sono bastate le parole schifose dell'imam che aveva incendiato le piazze dell'odio dicendo di essere d'accordo con quello che è successo il 7 ottobre".

Per la liberazione dell'imam di San Salvario si erano mobilitati in tanti, dal vescovo di Pinerolo ai gruppi consiliari di sinistra del capoluogo piemontese. Nessuno, però, aveva spiegato quelle parole di Shahin che, nel corso di una manifestazione per Gaza aveva detto che "quello che è successo il 7 ottobre non è violazione, non è violenza". Anche Nicola Fratoianni non ha mai spiegato quelle frasi eppure chiede ancora che il Viminale ritiri il decreto di espulsione.

Intanto sotto la Mole c'è chi fa festa. "La nostra gioia per la liberazione di Shahin è immensa" scrivono in una nota il vicecapogruppo di Avs alla Camera, il torinese Marco Grimaldi, la capogruppo, sempre di Avs, in Regione Piemonte, Alice Ravinale, e i consiglieri comunali di Torino di Sinistra Ecologista, Sara Diena ed Emanuele Busconi, che in queste settimane avevano presentato alcune interrogazioni.

E proseguono: "È gravissimo che il ministro Piantedosi abbia costruito un decreto su basi inconsistenti, mentendo al Paese e alimentando un clima di sospetto verso una persona innocente e soffiando sul fuoco dell'islamofobia".

Sulla festa per l'imam liberato mette il suo sigillo anche l'eurodeputata Ilaria Salis: "Vince lo stato di diritto e la democrazia. La caccia alle streghe di stampo maccartista è illegittima".

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