Vienna fa i conti in tasca all'Italia e si appresta a prendere misure unilaterali. Non si tratta per una volta dell'analisi della finanza pubblica di un Paese in affanno fatta da un Paese europeo virtuoso, ma del conto dei migranti. Il giorno prima di partire per Roma dove incontrerà (oggi) il suo omologo italiano Angelino Alfano, la ministra degli Interni austriaca Johanna Mikl-Leitner ha affermato che nell'anno in corso i migranti intenzionati ad attraversare i Mediterraneo per sbarcare in Italia arriveranno a 300 mila unità, il doppio rispetto al 2015. Il calcolo, ha spiegato la ministra, potrebbe spingere Vienna a chiudere il valico del Brennero.
Parole che non devono stupire: negli scorsi mesi l'Austria è stata travolta dall'ondata umana scatenata dalla guerra in Siria e dalla promessa di accoglienza per tutti in Germania avanzata ad agosto 2015 da Angela Merkel. Di recente Vienna ha reagito assumendo un atteggiamento molto duro, fissando in primo luogo un tetto (35 mila) al numero di domande di asilo che accoglierà. Porte chiuse, invece, per i migranti economici; e stando a Mikl-Leitner fra i tanti intenzionati a raggiungere il Belpaese «non ci sono solo siriani ma persone provenienti dal Nord Africa, che non hanno diritto all'asilo».
Quella di oggi non si annuncia dunque come una visita di cortesia. «Vogliamo informare anche l'Italia delle misure che prenderemo se vi sarà un flusso incontrollato di migranti». Traduzione: non pensate neppure di mandarli da noi perché noi chiuderemo il Brennero. In corsa per leadership dell'Övp, il Partito popolare austriaco, la ministra è una donna molto determinata: a fine febbraio ha organizzato una conferenza internazionale per decretare la chiusura della rotta balcanica senza sentire il bisogno di invitare la Grecia. Risultato: la Repubblica ellenica si è trovata strangolata dai profughi in arrivo dalla Turchia e provati di uno sbocco a nord; e Atene considera la signora Mikl-Leitner persona non grata.
Anche Sebastian Kurz, il giovane ministro degli Esteri di Vienna, si è assicurato di consegnare l'avvertimento. Incontrando i presidenti delle province autonome di Trento, di Bolzano e del Tirolo austriaco, Kurz ha affermato che «non c'è nessuna data certa per la chiusura dei confini. Tuttavia è arrivato il momento di dire basta. Lo scorso anno in Austria sono arrivati 90mila profughi, un numero insostenibile che non vogliamo che si ripeta anche quest'anno». Bontà sua, dopo aver registrato il netto calo di arrivi con la chiusura della rotta balcanica, Kurz ha anche auspicato «che venga fatto qualcosa per la rotta del Mediterraneo».
Il mare però è aperto per definizione e un accordo quadro fra Ue e Paesi nordafricani per il rimpatrio dei migranti economici sulla falsariga di quello siglato fra Unione Europea e Turchia è di là da venire. «Capisco che il passo del Brennero significa emozioni - ha aggiunto Kurz - ma dobbiamo evitare l'ingresso in massa».
L'atteggiamento dei rappresentanti del governo austriaco non è piaciuto a quello italiano. Per Roma è uscito in avanscoperta il sottosegretario all'Interno, Filippo Bubbico, secondo cui le parole di Mikl-Leitner «sembrano campate in aria, perché finora i flussi sono in senso inverso: dall'Austria in Italia e non il contrario».
I migranti, ha aggiunto il sottosegretario «arrivano in Italia e noi li stiamo accogliendo» come deciso con l'Unione Europea, «se poi l'Austria non vuole condividere le decisioni europee è un problema che riguarda l'Austria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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