L'Austria riapre i confini. Gli italiani restano esclusi

Mediazione fallita nonostante i richiami Ue. Conte: "Misure discriminatorie inaccettabili"

L'Austria riapre i confini. Gli italiani restano esclusi

L'Austria ha deciso. Per ora niente italiani. Il nostro Paese secondo Vienna è troppo a rischio contagio. Falliti i tentativi di una mediazione, nonostante i richiami della commissione Ue a «non discriminare». Se ne riparlerà la prossima settimana. E così dopo quasi tre mesi di lockdown, Vienna riapre le frontiere con gli Stati vicini, tranne che con l'Italia. Via le restrizioni e i controlli con la Germania, il Liechtenstein, la Svizzera, la Slovacchia, la Slovenia, la Repubblica ceca e l'Ungheria, con l'Italia invece, dice il ministro degli Esteri Alexander Schallenberg, «si faranno ulteriori valutazioni la prossima settimana». Si riaprirà «solo quando i numeri sui contagi lo permetteranno. Mi dispiace, nulla contro l'Italia, è un nostro caro vicino, un Paese amico, apriremo il prima possibile», ha aggiunto. L'Austria esaminerà di nuovo i dati dei prossimi giorni e valuterà se allentare le limitazioni, ma per ora chi proviene dal nostro Paese non può entrare senza fare la quarantena. «Vediamo che la situazione in Italia è molto migliorata e che alcune regioni, come l'Alto Adige, hanno buoni dati Covid». Per il premier Giuseppe Conte quelle dell'Austria sono «misure discriminatorie inaccettabili». Sul tavolo di Vienna c'è la proposta di Bolzano di consentire viaggi a livello regionale, cosa che «prendiamo in seria considerazione». Ma la possibilità più concreta è che il governo austriaco possa consentire solo «aperture con l'Italia a carattere regionale da giugno». Deluso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alla vigilia di un tour nelle capitali europee proprio per sbloccare le limitazioni sui flussi turistici: «Gli individualismi violano lo spirito comunitario e danneggiano l'Europa», avrebbe detto il ministro al suo staff. Ieri un colloquio telefonico con l'omologo austriaco per tentare di raggiungere un'apertura. «Da oggi inizio una serie di incontri con i miei colleghi ministri degli Esteri di Paesi Ue - ha scritto Di Maio - L'obiettivo è quello di mostrare a tutti che l'Italia è pronta ad accogliere turisti stranieri, in sicurezza». Di Maio ieri ha incontrato a Roma l'omologo francese Le Drian: «Ho avuto nostalgia dell'Italia, mi mancava», ha detto. Ma anche la commissione Ue ricorda a Vienna che «abbiamo adottato delle linee guida e uno dei principi importanti che abbiamo annunciato è quello di non discriminazione sulla base della nazionalità. I Paesi dovrebbero attenersi a questo principio, assicurando che le regioni con una situazione epidemiologica simile ricevano lo stesso trattamento», ha detto ieri un portavoce dell'esecutivo comunitario.

La Germania invece dal 15 giugno apre ai viaggi nell'Unione europea e negli altri Paesi dell'area Schengen. Gran Bretagna e Italia comprese. Ma il ministro degli Esteri Heiko Maas, ha precisato che ogni decisione sarà condizionata all'andamento dei contagi. Ci sono limitazioni solo nei confronti della Norvegia e della Spagna, perché anche questi Paesi mantengono, per ora, dei divieti d'ingresso. Poi ci sono le «raccomandazioni» di viaggio nei diversi Paesi ed eventuali rischi.

In Gran Bretagna per esempio i tedeschi potranno raggiungere il Paese, ma le autorità lo sconsigliano perché c'è l'obbligo di quarantena. Berlino ha annunciato però che nuove limitazioni potranno scattare se il numero dei nuovi contagi dovesse risalire.

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