I sospetti già emersi dal video dell'incidente sono stati confermati dall'autopsia effettuata ieri sul corpo di Lorena Vezzosi, 51 anni, all'ospedale Maggiore di Cremona: la donna era già morta prima che l'auto su cui viaggiava con l'ex marito si inabissasse nel Po, a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, la notte di giovedì 4 luglio. Era stata uccisa a coltellate proprio da lui, Stefano Del Re, 53 anni. I due, separati da qualche tempo, erano residenti nel Riminese, a Santarcangelo di Romagna ed avevano due figli: una ragazza di 17 anni e un ragazzo di 14, che sono stati affidati ai nonni.
La donna è stata accoltellata, dunque, per questo non si dimenava come faceva il conducente, se non altro per istinto di sopravvivenza, mentre l'auto sprofondava negli abissi. Un dettaglio che aveva subito suscitato dubbi agli inquirenti: impossibile che l'auto fosse uscita di strada e caduta nel fiume. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato la donna immobile, mentre l'ex marito cercava di uscire dall'auto. Più probabile l'ipotesi di un omicidio-suicidio e che lui avesse narcotizzato Vezzosi prima di lanciare la macchina a tutta velocità nel fiume. L'autopsia ha confermato l'ipotesi del delitto, accertando però che la vittima era stata ammazzata prima di annegare. A giudicare dal tipo di ferite trovate sul cadavere della 51enne potrebbe essere stata uccisa con un coltello o con un bisturi. La ferita fatale è stata quella al petto, all'altezza del cuore. Resta da capire quando si sarebbe verificata l'aggressione: l'ex marito l'ha colpita già a Sant'Arcangelo di Romagna, dove i coniugi separati abitavano, oppure durante il tragitto dal Riminese verso il Casalasco, territorio di cui erano originari? Le indagini puntano a ricostruire ogni dettaglio.
Da verificare anche se la donna in passato avesse denunciato l'ex per maltrattamenti.
La procura della Repubblica di Cremona continua ad indagare per chiarire i contorni della vicenda. Sia l'autorità giudiziaria che i carabinieri titolari delle indagini, preferiscono per ora mantenere il massimo riserbo, presumibilmente per la necessità di compiere ulteriori accertamenti.
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