"Una lavapiatti...". Il moralista che insultava la Meloni

Alex Orlowski ha puntato il dito contro la leader di FdI per i post e i commenti di alcuni suoi follower. Ma lui non usava toni morbidi prima di salire sul pulpito del web

"Una lavapiatti...". Il moralista che insultava la Meloni

Umiliare e colpire l'avversario politico con ogni mezzo. È questo negli ultimi giorni lo sport preferito di una certa sinistra che sta in Parlamento e in tv per logorare i consensi di Fratelli d'Italia e quelli di Giorgia Meloni. Il disegno è più ampio però: nel mirino c'è proprio tutto il centrodestra. Prima il caso Morisi, che potrebbe andare già verso l'archiviazione, e poi l'inchiesta di Fanpage su Fidanza e i presunti fondi neri a FdI su cui indaga anche la Procura. Tesi e accuse che al momento hanno scarsi appigli dal punto di vista giudiziario ma che sono buone per infangare l'avversario di turno. Ma attenzione: a questo corollario di pubbliche gogne anti Lega e FdI si è aggiunta una nuova variabile. Si tratta di alcune analisi sul mondo social dei due partiti portate avanti da Alex Orlowski: esperto di comunicazione che ai microfoni di Piazza Pulita, con tanto di set da hacker (luci basse e felpa di rito), punta il dito contro l'uso dei social da parte del Carroccio e di FdI. Non entriamo nel merito delle competenze di Orlowski, ma raccontiamo quanto accaduto nel corso dell'ultima puntata di Piazza Pulita per farci un'idea su quanto sia davvero "indipendente" e saldamente acritica l'analisi del nuovo "santone" del web. Ieri sera, nel corso del consueto talk show di La7, (qui il video) è andato in onda un servizio in cui sono stati passati a setaccio i social della Meloni. La facciamo breve per non tediarvi: l'analisi di Orlowski puntava tutto sul profilo "Giorgia Meloni" su VK, il social network russo. Un profilo che per stessa ammissione dell'"expert in digital marketing" è stato attivato a fine 2019 e subito chiuso a inizio 2020.

Eppure sono bastati appena due mesi di attività su VK per additare la Meloni e il suo partito come "vicini" ad ambienti fascisti. La vicinanza, a dire di Orlowski, sarebbe testimoniata da alcuni follower che tra commenti e post sulla pagina di Giorgia Meloni (e non) avrebbero esaltato il Duce e il ventennio fascista. Inoltre vengono sottolineate alcune espressioni poco felici di alcuni follower con sfumature razziste. A ribattere in studio a queste accuse si è ritrovato Guido Crosetto, tra i fondatori di Fratelli d'Italia: "Questo servizio è indecente, fa schifo e spero che domani Giorgia vi quereli tutti!". Pronta la risposta di Formigli: "Non è indecente, non ti permetto di parlare così. Sono qui e mi prendo tutte le responsabilità, anche la querela. Ripeto nessuno qui pensa che Meloni sia fascista, è un avvertimento che diamo al suo social media manager: chiuda immediatamente il profilo con quei commenti. Noi stiamo dicendo 'occhio che se rimani a galleggiare sul mare inquinato, alla fine anche la barca si sporca".

Ma Crosetto ribatte ancora e smonta l'analista "indipendente" che nel servizio ha messo nel mirino la Meloni. E lo fa ricordando un tweet di qualche tempo fa in cui Orlowski non mostrava certo un uso gentile delle parole proprio nei confronti della stessa leader di FdI: "Vorrei ricordare - spiega Crosetto - che l'indipendente analista aveva cinguettato queste parole sulla Meloni: 'Occhio che la Meloni parla un inglese decente e potrebbe fare la lavapiatti a Londra'". Parole non proprio moderate da parte di chi fa le pulci ai toni usati (del tutto condannabili) dai follower della Meloni. Lo stesso Orlowski ha voluto ribattere questa mattina su Twitter: "Spettabile Guido Crosetto, riguardo al mio tweet che non ho mai cancellato, dovrebbe mostrare il contesto. Era sotto un attacco da parte della Meloni alla Littizzetto". Insomma per difendere la Littizzetto è lecito insultare la Meloni, almeno questo dicono le regole dei guru del web. Ma anche la stessa Meloni ha detto la sua su quanto andato in onda ieri sera: "La tesi di chiusura dell'isterico e delirante presunto giornalismo di Piazza Pulita per tentare di sostenere la tesi che sarei un mostro, è che ho la colpa di avere un profilo NON ATTIVO su un social che ha 650 milioni di utenti, alcuni dei quali (non collegati a me) scrivono cose indegne. Sottinteso, sono indegna anche io. A questo punto la domanda è: esistono persone di sinistra, orgogliosamente di sinistra ma non per questo disoneste o cattive, che sono anche loro schifate dal presunto giornalismo di Piazza Pulita? Io spero e penso di sì, e mi auguro che qualcuna di loro abbia il coraggio di dire una parola contro questo linciaggio senza senso e senza regole. Spero di non essere troppo ottimista".

E a chiudere il cerchio è intervenuto ancora Crosetto che ha ribadito la sua opinione sullo stesso Orlowski: "Capisco ma la sintesi era: non è un commentatore terzo ma un commentatore che non ha alcuna simpatia (magari a ragione) e quindi sta enfatizzando una cosa che non riguarda la Meloni, parlando e mostrando immagini di qualche persona che la segue ma con la quale lei non interagisce". E alle accuse di Piazza Pulita ha risposto anche il social media manager di Giorgia Meloni, Tommaso Longobardi: "Pensate cosa vorrebbe dire se dovessi sapere vita morte e miracolo di tutte le persone che seguono la mia pagina personale. Inoltre non è nemmeno detto che chi segue la pagina di un personaggio pubblico sia inevitabilemente un suo sostenitore". E ancora: "Nel servizio mostrato da Piazza Pulita emerge una follia: non è resposnabile del singolo post o commento chi lo scrive, ma il personaggio pubblico che viene seguito". Fine della storia. E si spera pure sia la fine delle analisi a senso unico da parte di chi critica i toni violenti ma si sente libero di offendere.

P.S.

Il lavapiatti è un nobilissimo mestiere che in tanti abbiamo fatto con dignità. Con buona pace di Orlowski.

Qui di seguito la replica del social media manager della Meloni alle accuse di Piazza Pulita e il tweet di Orlowski contro la leader di FdI.

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