Non è stata la giornata delle celebrazioni. È stata piuttosto la giornata degli impegni. Soprattutto di quelli presi e sottoscritti da chi oggi ha responsabilità di governo ed è chiamato a dare risposte concrete. E questo alla luce anche dell'ultimo inquietante fatto di cronaca registrato a Trapani, dove una donna è stata seviziata e stuprata in pieno centro.
Sulle pagine social di Giorgia Meloni è comparso un suo intervento in cui annuncia nuove e più stringenti misure per combattere questo odioso fenomeno. Serve, dice, innanzitutto rendere «più efficace la normativa sul codice rosso». «Questo esecutivo - scrive la Meloni - rifinanzierà i Centri antiviolenza e le Case Rifugio. Ci impegneremo per attuare la legge 53/22 sulla raccolta dei dati statistici in merito alle violenze che le donne subiscono, che ancora necessita dei decreti attuativi, faciliteremo l'adozione di protocolli per un'applicazione sempre più efficace della normativa sul »codice rosso». «Lavoreremo - aggiunge - per garantire la certezza della pena, per potenziare le misure di protezione delle vittime e rafforzare il ricorso allo strumento dei braccialetti elettronici, che spesso non vengono applicati perché semplicemente non ce ne sono». La Meloni, insomma, ricorda che il suo governo è in prima linea nella lotta alla violenza sulle donne. Delitto, questo che per il presidente Sergio Mattarella è «una aperta alla violazione dei diritti umani». «La violenza di genere - spiega il capo di Stato - mina la dignità, l'integrità mentale e fisica e, troppo spesso, la vita di un numero inestimabile di donne. Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio. Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo». Anche la Lega di Matteo Salvini si schiera in prima linea. Insieme con Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia del Senato, ha annunciato il potenziamento del «codice rosso». «Stiamo lavorando all'introduzione di nuove misure - spiega la Bongiorno - che garantiscano piena e immediata applicazione delle disposizioni del codice rosso, prevedendo conseguenze processuali in caso di colpevoli ritardi o omissioni».
Non è mancata la presa di posizione di Silvio Berluconi che, dopo aver ricordato quanto fatto dai suoi governi («negli anni, abbiamo adottato misure per combattere la violenza sulle donne, con l'istituzione del reato di stalking, con l'inasprimento delle pene e con l'introduzione del patrocinio gratuito a carico dello Stato»), ha ribadito che la violenza contro le donne «si combatte con il rispetto, l'educazione e con le misure concrete da parte della politica e delle Istituzioni».
E gli azzurri di Lazio, Piemonte, Sardegna, Lombardia e Sicilia firmano un documento congiunto per chiedere «una legge sull'educazione all'affettività», come indicata dalla Convenzione di Istambul e che trova l'Italia lontano dagli standard europei.
Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ieri a Fano ha depositato un mazzo di rose davanti alla casa della giovane ucraina Anastasiia Alashrj, ennesima vittima di femminicidio, commenta con favore l'istituzione di una bicamerale sul tema della violenza sulle
donne. «Servirà soprattutto per conoscenza - spiega il presidente del Senato- perché per combattere questi fenomeni non bastano le leggi, che comunque servono, non basta l'efficienza delle forze di polizia, che ringrazio».
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