Da avvocato del popolo ad avvocato di se stesso, ruolo che a Conte riesce meglio. Certo l'arringa autodifensiva non è semplice con un Paese a rischio bancarotta, il Pil previsto a -15%, il debito pubblico un gradino sopra la spazzatura, mezzo milione (almeno) di imprese che non riapriranno più, interi settori sul lastrico, un tasso di disoccupazione che potrebbe toccare il 17% (stima di Goldman Sachs) e il record di 30mila morti per l'epidemia. Tuttavia il premier rivendica la legittimità e persino il successo della propria azione («il valore reputazionale del nostro Paese all'estero è cresciuto notevolmente»), a partire dal potere esercitato proprio dal se stesso, attraverso i decreti legge con cui ha blindato gli italiani regolando le loro vite e limitando le libertà personali come mai era successo prima, senza interpellare il Parlamento.
L'«UOMO SOLO»
Conte nega di aver agito come un «uomo solo al comando», esercitando quei «pieni poteri» che contestò a Salvini. Tutte accuse infondate secondo il premier: «Il governo non ha mai voluto procedere in maniera estemporanea e solitaria. Le misure prese fin qui tengono conto di tutti gli interessi. Sono frutto di una interlocuzione con tutti i membri del governo, i capi delegazione di maggioranza, le parti sociali e i rappresentanti degli enti territoriali riuniti più volte in una cambia di regia. Più volte ho informato il Parlamento» dice Conte alla Camera. Anzi, trova «profondamente ingiusta l'accusa di avere arbitrariamente compresso le libertà personali», perché «sono ben consapevole della responsabilità che mi sono assunto ogni volta che ho posto la firma su un atto che una volta in vigore ha avuto effetti sui diritti dei cittadini, ma ho avuto sempre consapevolezza di agire in scienza e coscienza rispetto alla tutela di un diritto primario». L'aver consultato il comitato scientifico e informato i leader dei partiti è sufficiente a garantire la legittimità delle misure prese, malgrado i dubbi espressi da molti costituzionalisti ed ex presidenti della Consulta.
IL LOCKDOWN NON SI FERMA
Di riaprire non se ne parla, è chiaro che l'Italia, primo Paese occidentale ad entrare in lockdown, sarà l'ultimo ad uscirne. «Il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente, ci piacerebbe ma dobbiamo avere la consapevolezza che il virus sta continuando a circolare: abbiamo 105mila casi accertati senza contare casi asintomatici non accertati. Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti». No si escludono anche nella fase 2 «nuove misure restrittive mirate e geograficamente localizzate». Allo studio c'è solo una valutazione «sulla apertura in via sperimentale di nidi, scuole dell'infanzia, centri estivi e attività dedicate ai nostri bambini». Quanto alle scuole, prossime al riavvio in gran parte dei Paesi europei, niente da fare: «Se dovessimo riaprire simultaneamente le scuole e facessimo tornare tutti al lavoro» ci sarebbe «un impulso ad una crescita incontrollabile dei contagi».
L'APP «IMMUNI»
Sarà gestita dal ministero della Salute, sarà gratuita e su base volontaria, «utilizzando codici che non permetteranno di risalire all'identità dell'utente» dice Conte.
SCONTRO CON LE REGIONI
Il premier definisce «improvvide» le iniziative delle singole regioni volte ad allentare le misure restrittive, «sono da considerarsi illegittime». Gli risponde il governatore ligure Giovanni Toti: «I provvedimenti delle Regioni sono pienamente legittimi. Improvvido semmai è il piano fumoso di Conte, si crede Xi Jinping».
LE MISURE ECONOMICHE
Nel prossimo decreto «ci saranno 25 miliardi per il sostegno al lavoro e al reddito», per le Pmi si studia «uno schema per erogare risorse a fondo perduto», mentre per le imprese più grandi l'ingresso della Cdp nel capitale. Poi, sempre allo studio, un bonus vacanze da spendere in Italia ma solo per famiglie con redditi dichiarati molto bassi, quindi la sterilizzazione degli aumenti Iva e accise nel 2021, indennizzi per colf e badanti e sussidi alla disoccupazione. Poi l'annuncio di «un secondo decreto legge già in preparazione per la rinascita economia e produttiva dell'Italia».
LE REAZIONI
Forza Italia boccia l'intervento del premier, per Silvio Berlusconi il governo sta facendo «troppo poco e troppo tardi per soccorrere i cittadini, le famiglie e le imprese in difficoltà».
Salvini promette «resistenza ad oltranza» al governo che tratta gli italiani «come bambini dell'asilo. Dura anche la leader Fdi Giorgia Meloni: «Gli anziani vanno protetti ma non intendiamo sacrificare al Coronavirus le nostre aziende né il nostro lavoro la nostra libertà né la nostra democrazia».
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