Roma - La scelta del candidato di centrodestra per la Regione Lazio spetta a Forza Italia. Ed è al momento l'unica certezza in una partita a scacchi delicata per tutti gli attori in campo. Il nome che in queste ore rimbalza con maggiore insistenza è quello di Maurizio Gasparri. Ma, come ogni altra opzione, la decisione dovrà fare i conti con l'ingombrante presenza del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che da tempo è sceso in campo annunciando la sua candidatura. Ad appoggiarla, fin dalla prima ora, i sovranisti Francesco Storace e Gianni Alemanno. E se i sondaggi indicano una buona popolarità del sindaco che ha gestito con personalità i problemi seguiti al terremoto del 2016, proprio il suo legame con Storace e la sua vicinanza mai nascosta a Fdi rende complicato immaginarlo come candidato unico del centrodestra. Il partito di Giorgia Meloni ha già espresso Musumeci, vincente in Sicilia. E Gasparri, se dovesse correre per conto della coalizione, vorrebbe non avere un avversario interno in grado di rendere difficile se non impossibile vincere. Ma un passo indietro del sindaco di Amatrice al momento non sembra una possibilità concreta. Lui stesso ha spiegato, ieri, che potrebbe chiamarsi fuori solo «di fronte a un atto d'amore per la sua regione di una leader nazionale come Giorgia Meloni». E, quanto al nome di Gasparri, Pirozzi ha invece escluso che possa essere alternativo al suo. «Lui è un grande senatore, e io credo che debba continuare a svolgere la sua funzione all'interno del Senato», ha tagliato corto il primo cittadino della città-martire del sisma. Rifiutando però l'etichetta per se stesso di potenziale nodo da sciogliere in vista di una candidatura unitaria del centrodestra: «Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi sono già in campo - ha spiegato Pirozzi - e il centrodestra che fa?». «Magari - ha proseguito - diranno che sono io che voglio far perdere il centrodestra e invece secondo me c'è qualcuno che non vuole vincere». Tra i rumors, anche la possibilità che si converga su un altro nome, quello di Fabio Rampelli, capogruppo di Fdi a Montecitorio, che potrebbe convincere Pirozzi a candidarsi alle politiche, ma anche Rampelli non è certo espressione di Forza Italia, e insomma la partita sembra ancora tutta da giocare.
Non mancano le magagne negli altri schieramenti. Il M5s ha il «solito» problema di dover correre in solitaria, e una buona performance elettorale potrebbe non bastare a governare, e inoltre c'è il problema dell'«effetto Raggi» che potrebbe aver abbassato la popolarità del movimento nella capitale. Ma anche Zingaretti non ride.
Al governatore uscente potrebbe mancare l'appoggio di Liberi e uguali, che alle regionali potrebbe scegliere un candidato autonomo: per il presidente del Senato e leader di Leu, Pietro Grasso, il supporto al presidente dem «sarà oggetto di valutazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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