
La Francia ha un governo. Nuovo. Ricco di tecnici, tecnocrati, e un uomo d'affari tra i profili provenienti dalla società civile. Due terzi di rinnovamento, rispetto al precedente esperimento durato meno di 14 ore. Su X, in tarda serata, Sébastien Lecornu ha dunque annunciato la nascita del suo "esecutivo di missione nominato per dare una legge di Bilancio alla Francia, conta una sola cosa, l'interesse del Paese". Al di là dei nomi, 34, alcuni sconosciuti, scelti dal premier e avallati dal presidente Macron, il dato che domina è che l'esperimento centrista dell'Eliseo prosegue nonostante la vigilia accidentata legata alla ricetta per uscire dall'ennesima crisi.
Il capo dello Stato aveva dato "carta bianca" al premier, fedelissimo. Poi gli ha invece messo fretta. E ci sono volute oltre tre ore ieri, da quando Lecornu si è recato all'Eliseo alle 18,40 con la lista di nomi a quando è stata comunicata l'intera squadra in tarda serata. La fretta l'aveva Macron. Perché sarebbe dovuto partire in nottata per l'Egitto. Non aveva intenzione di decollare per sostenere "l'attuazione" del piano di pace tra Israele e Hamas al Cairo lasciando un Paese con il grosso punto interrogativo della legge di Bilancio e senza governo. Neppure se tornasse in patria dopo aver accolto eventuali ostaggi francesi saranno liberati da Hamas nell'ambito dell'intesa, sarebbe stato un successo. C'è infatti una deadline, per inviare la "finanziaria" al Parlamento e discuterla: andava presentata entro oggi e votata entro il 31 dicembre. Scalerà di un giorno o due, al massimo mercoledì si avrà un testo. Ma ora almeno c'è una squadra per scriverla, riflettono i suoi consiglieri.
Il ministro dell'Economia e Finanze è lo stesso che da giorni rassicurava i media e i mercati da dimissionario: Roland Lescure, resta come Amélie de Montchalin ai Conti Pubblici, con cui ha preparato l'intero bilancio. Così come i pezzi grossi Darmanin alla Giustizia e Dati alla Cultura. Il prefetto della polizia di Parigi Laurent Nunez va all'Interno. Tra le sorprese, l'ex patron della Sncf, la società delle ferrovie, Jean-Pierre Farandou: ministro del Lavoro e della Solidarietà. Poi l'ex capo di Système-U, Serge Papin, il gigante francese delle coop, alle Pmi e Potere d'Acquisto. Alla Transizione ecologica, la presidente del Wwf Francia Monique Barbut. Le Pen annuncia per oggi una mozione di sfiducia come pure la France Insoumise di Mélenchon: sarà presentata in Parlamento.
Sei i neogollisti in squadra, 4 i ministri Modem (i centristi del predecessore Bayrou) tra cui Jean-Noël Barrot agli Esteri, poi 3 di Horizons (il movimento di un altro ex premier, Philippe, che nei giorni scorsi aveva invitato Macron alle dimissioni), e anche uno del micropartito Liot e uno dell'altrettanto piccola Udi, i liberali indipendenti. Un voto in più o in meno in Assemblée conterà. Consiglio dei ministri probabilmente domani, oggi la cerimonia di passaggio di consegne "sobria", veloce e forse senza stampa, fa sapere Lecornu, che domani pronuncerà il suo discorso di politica generale in Assemblée.
Nel mix di giovani parlamentare e profili più esperti, i Républicains, dopo il comunicato con i nomi, hanno escluso dal partito i sei entrati nell'esecutivo dalla finestra dopo che l'ufficio politico neogollista aveva deciso che il nessuno avrebbe partecipato a un neo governo macroniano. Nel partito di Bruno Retailleau, ministro dell'Interno uscente e ora in rotta contro la "Macronie", non si esclude una ipotetica e già in discussione intesa futura di governo con i lepenisti.