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La Lega corre e si riprende il Nord

Il trionfo nel Trentino esalta il Carroccio: "Siamo in crescita, merito del buon governo"

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Altro che orsi, questa volta la zampata l'ha data il leghista Maurizio Fugatti (nel tondo). E l'impronta nella terra del Trentino è destinata a durare. La Provincia autonoma di Trento resta nelle mani del Carroccio e il risultato elettorale (51,82%) mette di buon umore i dirigenti della Lega. Compreso il segretario Matteo Salvini. Il merito è anche il suo, tre settimane prima del voto ha girato in lungo e in largo il Trentino. Da Ortisei a Dimaro, da Mori a Solorno fino a Bolzano, Salvini non si è risparmiato e ha tenuto ben trentadue incontri. Mica pochi. Piazze, convegni e cene con i militanti hanno segnato la campagna elettorale e lo sforzo è stato ripagato. Un cittadino su due, infatti, ha votato per il candidato della Lega ed è un buon segnale secondo il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo.

«Siamo in una fase di crescita, è evidente. Stiamo andando bene!» ci dice il senatore che, dal tono della voce, sembra essere molto soddisfatto.

Il nord, dunque, torna a dare soddisfazioni al partito che lì è nato e che per anni non ha avuto rivali. «È la conferma - continua Romeo - del buon governo, i cittadini ci stanno dando fiducia e hanno premiato il lavoro dei ministri che sono a contatto con la realtà, con il territorio. Lo stesso Salvini si è sempre messo a disposizione e, attraverso il suo ministero, sta facendo molto. Mi viene in mente la pedemontana lombarda, è stata affidata la gara per la tratta B2 e C e poi strade, viadotti...». Un fatto da tenere in considerazione perché si sa, il motto del capitano Salvini è quello di «fare». E al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti stanno facendo e i risultati, seppur con mille difficoltà, si cominciano a vedere. Anche nelle urne. E se il coro è unanime, il giorno dopo elezioni, c'è una voce stonata. Paolo Grimoldi, ex deputato ed ex segretario della Lega Lombarda, sui suoi canali social, attacca il segretario Salvini. «Si tolga dal simbolo la scritta Salvini Premier, è dannosa. Deve tornare ad essere Lega», scrive l'ex. Una dichiarazione presa con leggerezza tra le fila del partito. «Solo astio e rancore personale» dicono alcuni parlamentari del Carroccio. Un fatto è certo: la Lega al governo lavora per recuperare consensi (soprattutto al nord) attraverso le battaglie storiche come l'autonomia. «Al Senato mancano una sessantina di emendamenti e subemendamenti da votare su circa seicentocinquanta, siamo vicini all'approvazione della norma che disciplina l'autonomia. È la prima volta che arriva in Parlamento, questo è il segnale, semmai ce ne fosse bisogno, che la Lega tiene molto al nord» precisa Massimiliano Romeo che ci tiene ad aggiungere anche che «grazie al Decreto Asset siamo riusciti a dare 235 milioni di euro ai comuni del Friuli, Veneto, Lombardia colpiti dal maltempo. Questi sono tutti segnali positivi». E l'impegno della Lega si nasconde anche dietro il risultato elettorale del neo senatore Adriano Galliani che, alle suppletive per il seggio di Monza, che fu del presidente Silvio Berlusconi, ha vinto con il 51,5% delle preferenze.

«La Lega ha partecipato con grande intensità alla campagna» dicono i leghisti che sottolineano come siano anche le «prime suppletive vinte dal centrodestra».

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