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La Lega si smarca ma non ostacola. E Salvini tratta con il premier

Altri due voti in difformità rispetto al governo. Il leader del Carroccio: "Ho parlato con Draghi, pronto a discutere di tutto ma niente obbligo". Letta incalza: "Questa volta superato il limite"

La Lega si smarca ma non ostacola. E Salvini tratta con il premier

La Lega continua nella sua strategia di disturbo per limitare l'estensione del Green pass e disinnescare l'obbligo vaccinale. È una sorta di pressing multiplo quello portato avanti dal Carroccio su piani e livelli diversi. C'è l'azione sostanzialmente dimostrativa portata avanti in Parlamento, una sorta di messaggio al proprio elettorato che prende forma attraverso la convergenza sugli emendamenti di Fratelli d'Italia, tutti bocciati alla prova dell'aula. C'è poi il piano governativo con Matteo Salvini che si confronta direttamente con Mario Draghi, facendo sentire le proprie ragioni. E infine l'azione dei territori con Massimiliano Fedriga che convoca per la giornata di oggi la Conferenza Stato-Regioni, una riunione in cui ribadirà la sua contrarietà al Green pass sui mezzi pubblici per le difficoltà di applicazione e tornerà a chiedere una adozione mirata di tamponi salivari gratuiti per alcune categorie, a partire dalla scuola.

Salvini la sua linea la mette in chiaro parlando a margine del Salone del Mobile. «Ho parlato con Draghi, non risulta nessuna estensione del Green pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, a differenza di quello che ho letto e questo mi conforta. Escludo l'obbligo vaccinale. Siamo pronti a discutere di tutto, se qualcuno vuole inserire l'obbligo vaccinale deve anche inserire il risarcimento per eventuali danni. L'obbligo avrebbe il risultato contrario: spaventerebbe e aumenterebbe i dubbi».

Nel governo la dialettica interna resta forte. Letta è grave: «Questa volta Salvini ha superato il limite». Dopo aver preparato una prima bozza di decreto da portare in Consiglio dei ministri con una estensione del Green pass a ditte di pulizia, mense, dipendenti dei bar, camerieri, ristoratori, dipendenti di cinema, teatri e palestre, si è poi scelta una via più graduale. L'azione della Lega e i dubbi sull'applicazione delle sanzioni hanno ridotto il raggio d'azione del provvedimento alle sole mense scolastiche e universitarie. Draghi, parlando con Salvini, ha ribadito che l'obbligo vaccinale indiscriminato non è una opzione in campo anche per i suoi possibili profili di incostituzionalità, e che non c'è l'intenzione di una estensione a tappeto del Green pass, se non d'intesa con i sindacati. Si procede insomma per gradi avendo come obiettivo l'immunità di gregge prima dell'inverno per non rischiare nuove ondate. «Il Green pass deve essere utilizzato, ma con buonsenso» spiega il sottosegretario alla Transizione Ecologica Vannia Gava «non deve risultare né apparire vessatorio nei confronti di nessuno. Se lo si prevede in situazioni in cui è facilmente applicabile, consente di tenere aperte attività anche in situazioni di pandemia, diversamente come per il trasporto pubblico locale, può creare caos tra i cittadini diventando più un problema che la soluzione».

L'offensiva parlamentare portata avanti da Lega e Fdi si scontra contro numeri insufficienti. Come già avvenuto il giorno prima, in due diverse votazioni, la prima a scrutinio palese e la seconda a scrutinio segreto, la Lega si esprime in difformità rispetto alla maggioranza, votando a favore di un emendamento di l'Alternativa c'è e poi di Fdi (sui quali il governo aveva dato parere contrario), entrambi bocciati, che chiedevano di escludere dall'obbligo del green pass i minori di 18 anni. Un risultato che Claudio Borghi commenta così: «Anche con la votazione a scrutinio segreto il risultato non è cambiato. La maggioranza del Parlamento è a favore del Green pass. Mi spiace ma questo è. Abbiamo combattuto ma alla fine c'è un voto.

Rimane la trattativa per ottenere impegni dal governo attraverso gli ordini del giorno».

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