Enza Cusmai
Forse sarà l'ultima volta che il 28 ottobre prossimo sposteremo la lancetta dell'orologio indietro di un'ora per tornare all'ora solare che ci porterà giornate più corte. La Commissione europea presenterà a breve una proposta di legge per estendere l'orario estivo a tutto l'anno e archiviare quindi il doppio cambio dell'ora che attualmente avviene a fine marzo e a fine ottobre.
L'annuncio della decisione politica arriva dal presidente, Jean-Claude Juncker che alla televisione tedesca Zdf ha dichiarato: «C'è stato un sondaggio pubblico, hanno risposto milioni di cittadini che ci hanno detto di non volere più il cambiamento dell'ora e la Commissione farà ciò che le è stato chiesto. C'è la volontà che l'orario estivo, in futuro, sarà quello usato tutto l'anno. La decisione sarà sottoposta al voto del Parlamento». «I singoli Stati membri - ha poi specificato - decideranno se restare all'ora solare o all'ora legale, la scelta del fuso orario resta una competenza nazionale».
Dunque, l'ora solare, quella dei mesi invernali, potrebbe essere archiviata per sempre. Al suo posto l'ora legale fissa garantirebbe più luce godibile nell'arco dei 12 mesi con benefici per adulti e bambini. Una soluzione voluta dall'84% dei 4,6 milioni di cittadini europei che sono intervenuti nella consultazione on line della Ue. A fare da traino la Germania, con il 3,79% di adesioni, seguita da Austria (2,94%), Lussemburgo (1,78%). Tutti gli altri Paesi segnano dati di partecipazione inferiori all'1 per cento. L'Italia ha incassato (come la Romania) uno scarno 0,04% di adesioni motivate forse dal periodo estivo di ferie in cui è caduta la consultazione on line (4 luglio-16 agosto).
La risposta dei cittadini Ue, comunque, non lascia dubbi: il 76% ritiene che il cambio dell'ora due volte l'anno sia un'esperienza «molto negativa» o «negativa». Per giustificare una «eventuale abolizione del cambio dell'ora» i cittadini hanno parlato di «effetti negativi sulla salute, aumento degli incidenti stradali o assenza di un risparmio energetico». Il fattore salute è stato comunque quello che ha influito maggiormente sulla scelta di abolire l'ora legale. Uno studio finlandese del 2016 e uno americano del 2012, riportano casi di eventi avversi che si verificherebbero due giorni dopo il cambio di orario: un aumento dell'8% dei casi di ictus, percentuale che arriva al 20% per gli over 65 e al 25% per i malati di cancro e un aumento del 10% per quanto riguarda gli attacchi di cuore.
E anche Luigi Ferini-Strambi, professore ordinario di neurologia all'Università Vita-Salute di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno dell'ospedale San Raffaele ammette che «per tre-cinque giorni dall'introduzione dell'ora legale in primavera si verifica un aumento dell'ormone cortisolo e della pressione del sangue e c'è un incremento di infarti». Ferini-Strambi dunque, è favorevole all'abolizione del doppio cambiamento di ora annunciato dalla Commissione Ue perché «l'ideale è avere un'ora legale tutto l'anno: più ore di luce fanno aumentare i livelli di serotonina che migliora umore e sonno».
E poi c'è l'aspetto del risparmio energetico a cui risponde Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale che sostiene di avere rilevato, nel 2017, un risparmio di circa 110 milioni
di euro per un minor consumo di 567 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di oltre 200 mila famiglie) e un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 320mila tonnellate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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