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Legge di bilancio alle battute finali. Tasse e giustizia le prossime sfide del governo

Cinque giorni di tempo per chiudere al Senato la partita sulla manovra, con il via libera definitivo dopo l'ok della Camera, e scongiurare l'esercizio provvisorio

Legge di bilancio alle battute finali. Tasse e giustizia le prossime sfide del governo

Cinque giorni di tempo per chiudere al Senato la partita sulla manovra, con il via libera definitivo dopo l'ok della Camera, e scongiurare l'esercizio provvisorio. Il governo Meloni si prepara al tour de force di fine anno, tra Pnrr, Dl Rave e legge di bilancio. Per il nuovo anno, sull'agenda dell'Esecutivo sono appuntate due priorità: la riforma fiscale con la legge delega, attesa entro febbraio, e quella della Giustizia, vero test per la maggioranza di centrodestra. Le insidie per il governo arrivano anche da Bruxelles con il capitolo Mes: l'Italia ratificherà la riforma del trattato del Meccanismo europeo di stabilità. Ma il premier Giorgia Meloni ha già chiarito il suo governo non aderirà al fondo salva-Stati. Un dossier divisivo per la maggioranza con Forza Italia favorevole alla ratifica. Mentre Fratelli d'Italia e Lega da sempre sulle barricate contro il Mes. Sull'anno che verrà incombe lo spettro del caro bollette che - secondo uno studio di Unimpresa - ha divorato 50 miliardi dai risparmi degli italiani.

A iniettare fiducia però nell'entourage meloniano spunta un report, realizzato dalla direzione Analisi Economico-Finanziaria (dipartimento del Tesoro) con alcuni dati forniti da Sogei, che contiene segnali incoraggianti. «Per il secondo mese consecutivo cresce la fiducia di famiglie e imprese. Mentre i dati relativi fino al 18 dicembre mostrano una ripresa della produzione di energia elettrica, in aumento del 5,5 % rispetto a novembre. Si registra inoltre un rimbalzo del consumo di gas per fini industriali, positivi infine i prezzi di elettricità e gas ridotti di circa del 30 % su tutte le scadenze 2023-2024», si legge nel report.

Con la spinta dei dati economici, oggi in Senato alle 14 inizia la sessione di bilancio: tempi strettissimi e margini di intervento limitati. Si chiuderà entro il 29 dicembre. Timing in linea con gli scorsi anni, al netto delle proteste delle opposizioni. Negli anni 2021 e 2020 la manovra è stata approvata il 30 dicembre. Nel 2019 è andata meglio: il 27 dicembre. Mentre nel 2018 ancora il 30. Solo nel 2017 con il governo Gentiloni si chiuse il 23 dicembre. Nelle stesse ore, dell'avvio dell'esame della manovra in Senato, questa mattina a Montecitorio l'assemblea si riunisce per il via libera al Dl Rave, le norme che regolano i party all'aperto e dispongono il reintegro in corsia dei medici non vaccinati. Un provvedimento che nel passaggio a Palazzo Madama ha provocato lo strappo di Forza Italia con il voto contrario del capogruppo di Fi Licia Ronzulli. Archiviati Dl Rave e legge di bilancio, nello scorcio di fine anno, l'esecutivo dovrà concentrare gli sforzi sul raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Entro il 31 dicembre vanno centrati tutti i 55 obiettivi del secondo semestre 2022 (di cui 23 interventi inerenti a 23 riforme e 32 interventi relativi a 26 Investimenti). Solo in questo modo l'Italia potrà richiedere alla Ue la terza rata da 19 miliardi di euro. L'ultimo aggiornamento dell'esecutivo relativo allo stato di attuazione, in occasione della cabina di regia del 16 dicembre, dava per raggiunti 40 obiettivi su 55. Secondo quel report, i restanti 15 erano stati tutti avviati e in corso di finalizzazione. Sul tavolo dell'esecutivo la legge sulla concorrenza: altro tema spigoloso. Con il nuovo anno l'esecutivo proverà a portare a casa altre due riforme: quella del Fisco e della Giustizia. Due test decisivi per la maggioranza di centrodestra. Entro febbraio è atteso il via libera alla legge delega per la riforma del Fisco. Tra i punti cardine c'è la rimodulazione dell'Irpef, che dovrebbe passare dalle 4 aliquote attuali a 3, con l'obiettivo di alleggerire il prelievo, in particolare per il ceto medio. Ma il governo punta anche alla cancellazione dell'Irap per le imprese. A giugno la scommessa è la riforma della Giustizia. Il ministro Carlo Nordio annuncia una rivoluzione su intercettazioni, legge Severino e corruzione.

Uno stress test per il governo.

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